Giugno 2, 2024

Il gol in Under 19 su assist di Berardi, l’esordio in Serie A e le oltre 200 battaglie in C – La nostra intervista ad Antonio Palma, centrocampista dell’Alcione Milano

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Abbiamo avuto l’enorme piacere di intervistare Antonio Palma, centrocampista dell’Alcione Milano. Gli abbiamo fatto un’infinità di domande, con cui abbiamo ripercorso la sua carriera, partendo dal settore giovanile dell’Atalanta e dalle esperienze con gli Azzurrini, fino ad arrivare a quanto sta realizzando oggi, in Serie D. Oltre a tutto ciò, molti racconti sulle sue grandissime esperienze con le maglie di tantissime squadre. 

Ringraziamo vivamente sia il giocatore che la società per averci permesso di realizzare quest’articolo. 

“Partiamo dal settore giovanile dell’Atalanta: la cosa più importante che hai imparato? I grandi campioni con cui hai giocato?”

“La cosa più importante che mi hanno insegnato è sicuramente il valore del lavoro quotidiano, la voglia di migliorarsi sempre. Te lo insegnano sin da piccolo, fino a quando non diventi uomo. Per quanto riguarda il più forte che mi ricordo, probabilmente Cigarini”. 

“Dato che hai segnato contro il Milan in Primavera sia all’andata che al ritorno, che emozione è stata?”

“È stato tempo fa, però è un bel ricordo, che mi porto con me”. 

“Hai avuto come compagno di squadra, sempre nelle giovanili della Dea, Valerio Nava, che noi abbiamo intervistato. Com’era allenarsi con lui?”

“È un ottimo giocatore, con cui ho legato anche a Rimini. Posso dire che, oltre ad un grande calciatore, è una bravissima persona: è un mio amico e sono contento di essere cresciuto con lui”. 

“Nell’Under 19 dell’Italia hai giocato con Berardi, che ti ha servito un assist contro la Germania. In generale, come ti sei trovato con tutti i campioni che avevi in squadra? 

“Benissimo, mi ricordo che lui era già un giocatore di un altro livello: quell’anno probabilmente militava in B e si vedeva che avrebbe fatto una carriera importante, come quella che ha fatto. Quindi, per me è stato bellissimo; giocare con lui era molto semplice”. 

“Rispetto alla Nazionale, hai giocato contro giocatori come Çalhanoglu, Vlachodimos e Günter (rispettivamente adesso all’Inter, al Nottingham Forest e al Friburgo). Ti saresti mai aspettato che sarebbero arrivati così in alto?”

“Mi ricordo solo di Calhanoglu, sinceramente: aveva un tiro ed un lancio incredibili, si vedeva che era veramente forte. Gli altri due adesso so chi sono, ma, lì per lì, come giocatori, non me li ricordavo, ecco. Però Calhanoglu si vedeva che era un talento puro”. 

“L’esordio in Serie A? Stavate perdendo 2-1 – doppietta di Di Natale -, tu sei entrato al 71’, ti aspettavi che mister Colantuono ti avrebbe ritagliato questo spazio in questa partita?”

“Ci speravo, più che altro: diciamo che, dopo tante panchine, speravo che, prima o poi, sarebbe arrivato l’esordio. Quindi non me l’aspettavo, ma ci speravo tanto”. 

“E che emozione è stata?”

“Penso che sia l’emozione calcistica più bella che abbia mai provato. Era un sogno, è stata una scossa di adrenalina forte”. 

“Per ottenere un minutaggio più alto, sei stato girato in prestito al Nocerina, tuttavia tutto non è andato per il meglio, poichè la società è fallita. Nonostante ciò, come hai vissuto il passaggio da Serie A a Lega Pro?”

“È stato un passaggio piuttosto semplice, nel senso che, per fare esperienza, insieme alla società, avevamo deciso che avrei lasciato Bergamo in prestito. Purtroppo non sono più riuscito a tornare all’Atalanta, però sono tutte esperienze che mi porto come bagaglio tecnico”. 

“Collegato a quello che hai appena detto, come ti sei trovato a Como?”

“Benissimo, il Como è sicuramente una società importante, nel panorama italiano. E’ comunque una squadra con tifosi, quindi, per me è stato bello: ho bei ricordi di quell’annata, siamo arrivati ai play-off”. 

“Hai dovuto cambiare tantissime squadre perchè l’Atalanta ti girava continuamente in prestito, come vivevi ciò? Se pensi che oggi c’è la formazione Next Gen dell’Atalanta in Serie C e che, se fossi arrivato più tardi, ci avresti potuto giocare, senza dover cambiare tante maglie?”

“Questa è una bella domanda e – ti dico la verità – un po’ di rammarico c’è. Quando ti mandano in prestito, non è sempre semplice trovare spazio, quindi, cambiare ogni anno non è semplice, poichè devi cambiare abitudini, compagni, allenatori…Sì, mi avrebbe fatto molto piacere fare parte di questa Next Gen, ovviamente. Purtroppo è andata così, magari il prossimo anno ci giocherò contro con la mia attuale squadra”. 

“Com’è stata la tua esperienza in Serie B con il Cittadella?”

“Purtroppo, non è stata bellissima: ho giocato soltanto 5 partite. Avevo tante aspettative per quell’annata, però il livello era molto alto e non sono riuscito a ritagliarmi lo spazio che desideravo. Diciamo che questo era il punto in cui potevo svoltare la mia carriera, ma è svoltata in negativo, mettiamola così”. 

“Come hai vissuto i cambi di squadre – dall’Under 16 all’ Under 19 e da quest’ultimo all’Under 20 – in Nazionale? Cosa ti insegnano di diverso rispetto ai club?”

“Partiamo dal presupposto che sono sempre esperienze bellissime: quando tu rappresenti il tuo Paese in giro per il mondo è una sensazione fantastica. Cantare l’inno prima delle partite penso che sia una cosa che ti rimane per sempre. Ti insegnano che devi vincere le partite, perchè comunque, appunto, giochi per la tua nazione e devi onorare al meglio i colori che vesti. Non è facile, perché, comunque, a livello internazionale, tutti gli anni le squadre erano molto attrezzate, soprattutto dal punto di vista fisico, quindi erano partite dall’alta intensità. Per esempio, in Under 19, tanti giocatori che affrontavamo giocavano in prime squadre, noi, magari, in Primavera ancora. Questa era la differenza più importante”. 

“Quant’è stata importante la chiamata del Renate, che ti ha permesso di ottenere un minutaggio molto alto?”

“Molto importante, anche perché era molto vicino a casa mia; ho fatto due stagioni giocando praticamente sempre. Sicuramente, queste annate mi hanno fatto crescere, ho giocato, secondo me, un buon calcio e siamo andati ai play-off entrambi gli anni. Sono state stagioni positive”. 

“Come valuti la tua esperienza con la Giana Erminio? Dopo questo trasferimento il tuo cartellino non era più dell’Atalanta, qual è stata la tua reazione a riguardo?”

“Mi sono trovato bene, però a gennaio ho ricevuto la chiamata del Rimini, una piazza ed una città importante, quindi ho deciso di cambiare, per via di questa proposta, secondo me vantaggiosa. Dunque sono rimasto per poco alla Giana, però mi sono trovato bene”. 

“Le tue avventure con Rimini e Piacenza?”

“A Rimini, purtroppo, il campionato si è interrotto a causa del covid, quindi la stagione è durata di meno. Però sono due esperienze belle: Rimini, come già detto, è una piazza importante, per quanto riguarda Piacenza, è stata anch’essa una stagione positiva, una scelta prestigiosa. Oggi, in Serie D, ha tanti tifosi ed un bello stadio, è una città grande: può fare calcio ad alti livelli, quindi, per me, è stata una grande esperienza”.

“Tra tutte le squadre in cui l’Atalanta ti ha girato l’Atalanta in prestito, in quale ti sei trovato meglio e perchè?” 

“Probabilmente al Renate, perchè ho avuto la possibilità di giocare tanto e perchè è una società che permette ai giovani di crescere, di stare tranquilli. E’, inoltre, organizzata bene”. 

“Adesso sei in Serie D, quanto è diverso questo campionato dagli altri in cui hai giocato?”

“È diverso per il fatto che devono giocare per forza quattro giovani. Quindi, questa, secondo me, è la differenza sostanziale con la Serie C. Però ti posso dire che, comunque, il livello è buono, perchè gli altri over sono forti, tanti vengono dai professionisti, le squadre fanno acquisti importanti e non ho trovato tante differenze. Noi siamo una squadra forte, l’anno scorso abbiamo provato a vincere – siamo arrivati secondi -, quest’anno abbiamo ancora l’obiettivo di concludere il campionato in testa. Quindi, diciamo che vorremmo fosse un altro solo anno in D per poi approdare alla categoria successiva”. 

“Quest’anno siete primi in classifica, e nonostante tante squadre siano racchiuse in pochi punti, pensate di poter puntare alla promozione diretta?”

“Sì, il nostro obiettivo è quello. Ovviamente, in questo momento siamo a +4, ci sono due o tre squadre che possono lottare per vincere il campionato. Sicuramente non sarà semplice, ma il nostro obiettivo è quello, quindi cercheremo di arrivare a maggio in testa alla graduatoria”. 

“Stai facendo molto bene anche con l’Alcione Milano, con tante presenze e diversi gol. Sei contento di quello che stai e state facendo?”

“Sì, assolutamente. A livello di squadra siamo contenti, perché, comunque, dall’anno scorso abbiamo una continuità di vittorie importante, quindi sono contento. Personalmente pure, perchè ho ritrovato il piacere di giocare, oltre che un ambiente che mi ha permesso di esprimermi a livelli importanti, anche i numeri sono buoni: non faccio tanti gol, l’anno scorso ne ho fatti 5, però ho fatto – mi sembra – 16 assist, e quest’anno ho fatto 2 gol e 7 assist. Quindi, diciamo, che mi sto esprimendo al meglio. Ciò sta avvenendo grazie alla società, ai miei compagni, al mister. Ti posso dire che sono veramente contento di aver ritrovato la gioia di giocare, di essere me stesso in campo, che avevo un po’ perso negli ultimi anni”. 

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