Dicembre 9, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

“Abbiamo fatto grossi sacrifici per arrivare qua e ci vogliamo rimanere” – La nostra intervista a Giuseppe Fico

9 min read

Abbiamo avuto la grande possibilità di intervistare Giuseppe Fico, Vicepresidente della Reggiana. Ci ha accolti nel nuovo centro sportivo di Via Agosti – un progetto ancora in evoluzione -, permettendoci di assistere ad una seduta di allenamento dei ragazzi di Mister Nesta, reduci dal pareggio per 2-2 contro il Como, per poi sottoporsi volentieri alle nostre domande, relative al suo lavoro, trattando diversi temi. Gli abbiamo chiesto se è soddisfatto di quanto stanno facendo i Granata in questa stagione, e poi anche qualche curiosità sul settore giovanile, sull’organizzazione della società, sulla squadra di quest’anno e non solo. Ha placato le nostre perplessità con risposte particolarmente interessanti e che fanno capire, soprattutto, quanto questo club voglia puntare in alto. Ci teniamo, pertanto, a ringraziarlo per averci permesso di realizzare questo articolo. 

L’allenamento della Reggiana, fotografia scattata il giorno dell’intervista

“Un bilancio su questa parte di stagione? Siete soddisfatti di quello che state facendo? Sotto quali aspetti si può migliorare?”

“Non si è mai soddisfatti: uno pensa che si possa sempre fare qualcosa in più: in tutto, nella vita e adesso nel calcio. Comunque, in ogni caso, direi, tutto sommato, di sì; con 2 o 3 punti in più sarei stato più contento”. 

“Come pensi che possa crescere la Reggiana anno dopo anno? Che potenziale ha questa società e quanto può arrivare in alto?”

“Bisogna essere realisti. Partiamo dall’ultima domanda: noi siamo la Reggiana, abbiamo una società solida, ma non una società che possa pensare di vincere dei campionati investendo tantissimi soldi, perché noi abbiamo fatto grossi sacrifici per arrivare qua e ci vogliamo rimanere. Credo che si possa anche arrivare in alto, ma con un progetto serio tecnico, quindi investendo noi come proprietari, ma anche con risorse come plusvalenze dei giocatori o quant’altro. Oggi come oggi, noi abbiamo un proprietario di maggioranza che ha una certa età, quindi mi auguro che campi ancora per altri 50 anni, però, purtroppo, ne ha 84, quindi, sai, nella vita, mai dire mai. Per noi, lui è LA risorsa principale della Reggiana, quindi speriamo che ci sia qualcun altro, oppure che arrivino degli altri imprenditori che possano portare ancora più su questa società di quanto noi abbiamo fatto. Me lo auguro, perchè non sono invidioso, anzi, da tifoso io me lo auguro”.

“L’anno scorso, prima della partita in casa della Lucchese, il Presidente Salerno ha detto che conviene fare una trasformazione da “semplici” società a vere e proprie aziende. La Reggiana ha compiuto questo step? Di cosa si tratta?”

“Sicuramente parlava anche del centro sportivo, quindi di investire, certamente, nelle attrezzature, negli immobili; noi avevamo bisogno assolutamente dei campi. Ecco, un passo in avanti è stato fatto, con i primi campi costruiti dalla Reggiana e con gli spogliatoi fatti dall’amministrazione comunale. Adesso c’è da fare il secondo step, quindi parliamo del campo sintetico, che sarà molto importante, quindi speriamo che l’amministrazione lo faccia al più presto possibile, perchè sarebbe veramente importante per noi. Nelle squadre professioniste, i punti li fai anche attraverso i campi, poiché, se ti alleni bene durante la settimana, poi, al sabato, fai dei punti; se lavori male in allenamento, poi in partita rendi male. Sicuramente il centro sportivo è da completare, con la sede, con altre cose, altre strutture. Una volta finito sarà un valore aggiunto per questa società; probabilmente si riferiva a questo, come si riferiva anche ad alcune figure importanti. Noi oggi abbiamo un direttore sportivo, che io credo sia uno dei migliori d’Italia, dalla A a scendere: competente e aziendalista. E non è facile trovare un ds che sia competente che aziendalista, lui lo è e ce lo teniamo stretto e io credo che sia un patrimonio per la Reggiana, anche per il futuro”.

“Come avete progettato la squadra di quest’anno? Quante volte vi confrontate con Goretti?”

“Con Goretti ci confrontiamo spesso, io principalmente, ma anche il Presidente, un po’ meno il Patron Romano Amadei, ma una volta al mese ci vediamo da lui in ufficio, in Immergas o al famoso chalet per parlare un po’ di tutto. Io credo che abbia fatto una buona squadra, mi viene anche da ridere, ogni tanto, quando leggo sui social “C’è da prendere” o “C’è da comprare”. Stamattina guardavo i nomi dei nostri giocatori: parliamo di un portiere che è venuto giù dalla Serie A, quindi Bardi, che lo scorso anno era a Bologna, terzino sinistro abbiamo Pajac, che ha vinto il campionato col Genoa, in mezzo abbiamo Romagna, il quale ha militato in massima categoria, Sampirisi ha conquistato due campionati di fila – col Monza due anni fa e con il Frosinone nella scorsa stagione -, stessa cosa Szyminski… Stiamo parlando di giocatori che hanno tutti una certa esperienza, che hanno vinto e che hanno il vincere nel DNA. Credo che abbiamo una rosa molto importante, abbiamo i migliori giovani della Serie B, tra cui Girma che viene dalla D ed è molto richiesto, perchè è un nome caldo sul calciomercato, ma posso dire che, almeno fino a giugno, rimarrà alla Reggiana sicuramente, poi si vedrà. Siamo stati sfortunati: abbiamo avuto tantissimi infortuni all’inizio, quindi abbiamo avuto dei momenti in cui la squadra ha fatto fatica, poiché non avevamo i cambi. Tutto sommato, però, credo che abbiamo un’ottima squadra. Adesso vedremo se ci sarà qualcosina da mettere dentro, ma non per forza: se c’è qualcosa che migliori la squadra attuale okay, andare a comprare tanto per no. Se va via qualcuno e ci serve qualcosa da prendere, credo che non ci sia nessun problema. Ti ripeto: andare a prendere tanto per avere un nome importante no, non ha senso buttare via dei soldi per dei  giocatori che non ti danno qualcosa in più, tanto vale che tenga questi qua”. 

“In quanti anni la Reggiana potrà arrivare ad avere un settore giovanile paragonabile a quelli di Sassuolo, Empoli e Atalanta? Come procede il progetto della Provincia Granata?”

“Ricordiamoci che noi, nel 2018, siamo falliti, quindi, purtroppo, tutti i migliori nostri profili li hanno presi il Sassuolo, il Parma o il Bologna: ci siamo trovati con delle seconde fasce. Quindi, ripartire in cinque anni ed essere dove siamo arrivati adesso… credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. C’è tantissimo da fare, stiamo lavorando sulle strutture, perchè – ribadisco – senza non vai da nessuna parte, quindi stiamo investendo su ciò. E credo che piano piano si stia vedendo il lavoro che stiamo facendo. È normale che si faccia fatica a competere con società di Serie A che prendono dei contributi importanti dalla Lega. 

Questo perché, se prendi 10 milioni di euro dai contributi Lega, fai fatica se ne prendi 0. Tuttavia, credo che, con il passare degli anni e l’attaccamento alla maglia granata, riporteremo il settore giovanile dov’era una volta e dove si merita di essere. Parlando del progetto di Provincia Granata, io penso che stia andando benissimo, ad oggi siamo a circa 26 o 27 società affiliate. Ne verranno dentro ancora delle altre, perchè dobbiamo firmare con, credo, nei prossimi giorni, la Povigliese e il Castellarano, quindi arriveremo a 30. È un numero importantissimo, che dimostra che stiamo lavorando benissimo e che quello che abbiamo promesso di fare lo stiamo facendo, investendo, anche qua, dei soldi: bisogna, infatti, puntare sulle figure, perchè ci sono persone che ci lavorano dietro dedicando tantissime ore che vanno giustamente pagate, oltre ad altre cose. Quindi non è così facile; moltissimi altri preferiscono buttare soldi nelle squadre, quindi nella prima squadra; noi abbiamo invece deciso di fare un budget anche per la Provincia Granata, perché crediamo che il territorio debba essere il fiore all’occhiello anche dei colori granata. Non si deve disperdere il tifo nei confronti della Reggiana, quindi bisogna portare i nostri colori anche nei bambini, per poterli poi, piano piano, riportare allo stadio, anche quei ragazzini che oggi non sono ancora venuti o hanno altre cose da fare. Peraltro è una questione importante anche sull’aspetto sociale”. 

“Dal fallimento alla Serie B: com’è rinata la Reggiana?” 

“Io sono l’unico rimasto dei famosi fondatori, quindi dai Carretti ai Quintavalla, Perin, Giaroli e tutti gli altri. Dunque l’ho vissuta e la sto vivendo in maniera emozionante, perchè, se io mi ricordo quando siamo partiti, le mille riunioni fatte, nei bar e nello studio di Corrado Baldini, mi viene ancora la pelle d’oca a parlare di questo. È stato, peraltro, per scherzo, perché un vecchio commerciale della Reggiana, Daniele Rocchi, ci ha convinti – me, Carretti, Perin e Giaroli – di poter pensare di acquistare delle quote della società da Piazza. Lui, alla fine, non le ha volute vendere, poiché voleva dei soldi e basta e non prendere in considerazione un aiuto da parte nostra, non solo economico, ma anche mentale. Alla fine, loro hanno fatto fallire la Reggiana e abbiamo deciso di andare avanti a concorrere per il bando, per prendere il club. Abbiamo vinto il bando; purtroppo, all’inizio, abbiamo avuto delle difficoltà, perché abbiamo dovuto prendere dentro un altro personaggio, il famoso Marco Arturo Romano, che ci ha creato dei problemini; così dopo l’abbiamo saldato per far sì che andasse a casa. Abbiamo ripreso la Reggiana, completamente noi, dopodichè, in seguito al primo anno, abbiamo avuto la fortuna che Romano Amadei uscisse dal Modena, allora l’abbiamo contattato e da lì è partita la vera Reggiana: in un anno solare abbiamo fatto dalla D alla B. Siamo stati ripescati a fine anno, quell’anno abbiamo vinto i play-off e quindi siamo andati in Serie  B. È stato bellissimo, emozionante, anche se non eravamo ancora pronti per fare quel passo. Oggi credo che sia una società sana, che ha una proprietà solida e che, come dicevo prima, ha anche dei valori, e penso che si possa soltanto guardare il futuro con prospettiva, un futuro roseo. Considerato che la maggioranza della proprietà ha una certa età, sarebbe opportuno che qualcuno entrasse a breve”. 

“La Reggiana ha cambiato la maggior parte dei giocatori rispetto allo scorso anno, tuttavia atleti come Rozzio, Libutti e Cigarini sono rimasti. Quanto sono fondamentali calciatori così attaccati alla maglia granata? Quanto è complicato rivoluzionare la rosa?”

“Rivoluzionare la rosa è complicatissimo, perchè fare una squadra da zero, da una parte non è facile, ma dall’altra potrebbe essere anche giusto, poichè abbiamo visto – voi siete tifosi, quindi vedete anche voi – che fare un campionato di C è totalmente diverso da farne uno di B. Quindi, ci sono giocatori che sono bravissimi appunto in C – noi avevamo il top di questo campionato -, però, magari, non hanno le capacità per fare la B. Rozzio – colore granata attaccato alla pelle, lui ormai è reggiano – credo sia stato giusto trattenerlo, come Cigarini e Libutti, un altro ragazzo di quelli che sono ormai attaccatissimi alla maglia della Reggiana, come lo è Kabashi, anche, perchè pure lui è rimasto”. 

“Il cammino in Coppa Italia ha regalato grandi soddisfazioni: la vittoria sul Monza e la partita a Marassi, con la Reggiana che è stata eliminata soltanto ai supplementari. Inoltre, vi ha dato la possibilità di giocare mettendo in vetrina dei calciatori interessanti davanti a delle società grandi. Quindi, come valuti quest’esperienza?”

“È stata un’esperienza bellissima. Aldilà del fatto di mettere in mostra dei giocatori, è un discorso vederli in B, un altro farli vedere in televisione a tutta Italia, giocando contro squadre di Serie A, sotto i riflettori anche degli addetti ai lavori della massima categoria. Peccato, perchè si sarebbe potuto anche andare avanti: ricordo, all’ultimo minuto, che Lanini ha sbagliato un gol a porta vuota; se avessimo segnato, saremmo andati avanti e, quindi, a giocare a Roma. La Lazio sicuramente è più forte di noi, però, sai, mai dire mai. Sarebbero stati anche dei contributi in più, che avremmo preso, ma va bene, è stata un’esperienza bellissima, poi, a Genova, è stato veramente splendido”. 

“Quest’anno si sta vedendo una collaborazione con il Sassuolo. Quali riscontri state ottenendo?” 

“Con il Sassuolo noi abbiamo un ottimo rapporto, come ce lo abbiamo con la Mapei, che è la proprietà dello stadio: collaboriamo, facciamo tanta roba assieme, quindi devo soltanto ringraziare sia i dirigenti del Sassuolo che la proprietà. I signori Squinzi sono delle persone squisite, che, a differenza degli anni precedenti, quando c’era Piazza, hanno, con noi, un rapporto stupendo: non ci hanno mai chiuso la porta in faccia, anzi, come dicevo prima, collaboriamo per fare degli eventi assieme e, quindi, sono contentissimo e fiducioso anche per il futuro, per le collaborazioni che verranno in avanti, visto che alla Reggiana servono anche, come detto, delle collaborazioni con una squadra di Serie A. Ricordiamoci ciò, perchè, alla fine, non dobbiamo guardare il Sassuolo solo ed esclusivamente per il discorso dello stadio, perchè, purtroppo, è andata come è andata, ma non c’entra niente, alla fine, la Mapei. Questo perchè, se non l’avesse preso la Mapei, lo avrebbe preso un’altra società, oppure lo stadio sarebbe andato in rovina. Tenere dietro a un impianto che ogni anno comporta spese di manutenzione di 3-4-5 milioni è un impegno che non tutti sarebbero disposti ad assumere. Non sicuramente l’amministrazione comunale, non sicuramente la Reggiana, perchè bisogna dire com’è la verità”. 

Lascia un commento