Dicembre 9, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

La “Crazy Gang” e la rivalità tra il Wimbledon e il Milton Keynes Dons 

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La Crazy Gang

Nel 1988, a Wembley, il Wimbledon FC sconfisse il Liverpool e vinse la FA Cup. Fu un’impresa incredibile visto l’avversario che i Dons dovettero affrontare. C’era un certo distacco tra le due squadre, basti pensare che, in quella stagione, i Wombles arrivarono settimi in campionato, mentre i Reds primi. Ma, nonostante ciò, la FA Cup andò nella capitale inglese. Era il Wimbledon della “Crazy Gang”, che scrisse la pagina più gloriosa della sua storia. In che senso “Crazy Gang”? Il nome dice tutto: proprio una gang di pazzi. Si dice che, nei giorni prima della finale, i giocatori non si lavarono i denti per una settimana intera, così da creare un certo odore attorno a loro capace di infastidire gli avversari. Visto com’è finita la partita, si può dire che la tattica abbia funzionato. In quella squadra, c’era gente come Vinnie Jones, un calciatore famoso per il suo stile di gioco molto duro: ha il record per il cartellino più veloce (gli bastarono 3 secondi per venire ammonito contro il Manchester City, ai tempi dello Sheffield Untied) ed è stato espulso ben 12 volte in Premier League, davanti a lui c’è un certo Roy Keane, con 13 rossi. Poi, non è possibile scordare quello che successe con Gascoigne: mentre stava cercando di marcarlo, strizzò i testicoli a Gazza.

Nel 1988, con un tackle durissimo, causò un infortunio davvero grave a Gary Stevens. Il difensore non si riprese più completamente e pochi anni dopo fu costretto a smettere di giocare. Ma non c’era soltanto Vinnie, dato che, in quella squadra che ha scritto una favola del calcio, c’era pure Dennis Wise, un calciatore che si arrabbiava con poco. Sir Alex disse su di lui:”Dennis Wise sarebbe in grado di scatenare una rissa anche in una casa vuota”. C’era anche la grandissima punta John Fashanu, un giocatore con due piedi raffinatissimi, molto forte di testa, bellissimo da vedere e con un magnifico senso del gol. E questi sono soltanto alcuni. La finale del 14 maggio 1988, contro il Liverpool, la decise Lawrie Sanchez con un colpo di testa che valse la vittoria del titolo. Ma quel successo a Wembley non arrivò soltanto grazie a quella rete, perchè fu fondamentale la parata di Dave Beasant su un calcio di rigore tirato da Aldridge. La cosa bella della Crazy Gang era quindi che, con questo modo di fare sicuramente non bello da vedere ma efficace, questo gruppo di pazzi riuscì a battere anche squadre composte da campioni di un certo livello.

La rivalità tra il Wimbledon e il Milton Keynes Dons 

Il Wimbledon FC era una squadra che non aveva di certo una bacheca piena di trofei, fatta eccezione per quella FA Cup citata prima. Infatti, la rivalità tra i due club non nasce certamente dai titoli, non sono due top club con alle spalle storie molto gloriose, anche se il Wimbledon FC è stato per anni in Premier League. L’odio tra le due squadre non è neanche dovuto da una vicinanza geografica, del resto Wimbledon è un quartiere di Londra, Milton Keynes una città che dista circa 89 chilometri dalla capitale. La vera causa di questa rivalità accesissima è lo stadio. Nel 1991, il rapporto Taylor costrinse tutti i club inglesi importanti a portare modifiche al proprio stadio, per evitare che si ripetessero tragedie come Hillsborough o Bradford. Ma il Wimbledon era in una situazione economica pessima e dovette chiedere al Crystal Palace di farsi prestare lo stadio, così condivise con le Eagles il Selhurst Park. Inoltre, il pubblico non era mai tanto: spesso non si superavano i 10.000 tifosi presenti allo stadio, solo quando c’erano sfide di un certo livello venivano venduti un po’ di biglietti in più del solito.

Selhurst Park

Fino al 2000, si alternarono diverse gestioni, poi arrivano i norvegesi Røkke e Gjelsten, che diventarono presidenti. La loro prima mossa fu quella di vendere Plough Lane. Fu una scelta molto particolare, si respirava l’aria di una rivoluzione, ma molti tifosi iniziarono a sospettare e cominciarono a pensare che ci fosse qualcosa sotto. Ovviamente, le intenzioni non erano quelle di vendere lo stadio per costruirne uno nuovo, l’idea era quella di cedere Plough Lane per ridurre i debiti. Milton Keynes è una citta famosa per le automobili: c’è una sede della Red Bull Racing (la famosa scuderia di Formula 1) ed è conosciuta per la produzione di Vauxhall. Non c’era però una squadra della città, fu quindi chiesto ai Dons se volessero utilizzare lo stadio. I due norvegesi ebbero quindi davanti una scelta molto complicata. Decidere di trasferirsi lì per giocare avrebbe ovviamente scatenato l’ira e le proteste dei tifosi, così decisero di dare la società in mano ad una terza figura: Charles Koppel. Quest’ultimo, vedendo anche la complicatissima situazione in cui erano i Wombles, decise di accettare e fu così che il Wimbledon andò a giocare a Milton Keynes. Era una città che, chiaramente, aveva molti più abitanti del quartiere londinese, ma il problema, per i tifosi, era, chiaramente, quello della distanza, dato che per arrivare allo stadio dalla capitale ci volevano più di novanta minuti di macchina. Dopo questa scelta, le proteste dei tifosi furono tantissime. Ovviamente, per quello che era successo, era stata accusata la presidenza. Ai sostenitori dei Dons sembrava pensasse soltanto ai soldi, perchè tutti iniziarono a dire che si preoccupava soltanto del guadagno ricavato dai biglietti, non le interessava chi fosse seduto lì a vedere le partite. E i supporters furono ancora più furiosi quando si accorsero che le loro lamentele non vennero minimamente prese in considerazione. Finalmente, nel 2003, Milton Keynes ebbe una squadra, ma quella squadra era il Wimbledon. Questo, però, durò soltanto un anno, dato che presto fu fondata una squadra che potesse rappresentare la città e che portasse appunto il suo nome: il Milton Keynes Dons. Dunque nacque questa squadra nuova, che però non c’entrava niente con il Wimbledon. Infatti, vennero adottati come colori della squadra il rosso e il bianco. Una cosa in comune, però, la avevano: entrambe portavano (e portano ancora) il soprannome The Dons, in pratica nasce dal “don” di Wimbledon (le ultime tre lettere) ed era il soprannome degli abitanti del quartiere di Londra. Quindi è incredibile come una squadra di Milton Keynes abbia il soprannome di quella di un quartiere della capitale. Ovviamente, però, tra le due squadre ,c’è ancora un forte odio. Basta andare sul sito del MK Dons per leggere questa frase:”Il MK Dons è stato formato dalle ceneri del Wimbledon FC”, dato che prese proprio il posto di quest’ultima. Quindi, la condivisione di uno stesso modo di venire chiamati è soltanto una cosa legata alla nascita della squadra del 2004, che, come già detto, deve questo appellativo ai Wombles. I sostenitori del Wimbledon, furiosi per quello che la società aveva fatto, decisero di fondare una nuova squadra: l’AFC Wimbledon, che sarebbe stato esclusivamente di proprietà dei tifosi.

Logo AFC Wimbledon

Intanto, però, le cose si complicavano in campionato, dato che ottennero ben due retrocessioni e si ritrovarono a giocare in League One. L’AFC Wimbledon dovette poi ripartire dal nono livello del calcio inglese, ma riuscì a fare una scalata pazzesca. I Wombles, adesso, giocano a Plough Lane, che è stato ricostruito al posto del vecchio stadio (che aveva lo stesso nome). Ha circa 9,200 posti a sedere ed è stato aperto nel 2020.

Plough Lane

Quest’anno, entrambe le squadre si trovavano in League One e sono stati giocati 2 derby, uno l’ha vinto in casa per 1-0 il MK Dons, l’altro è terminato 1-1. Purtroppo, però, il Wimbledon, dopo l’ultimo campionato, è retrocesso.

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