Luglio 27, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

O Rei: il più grande.

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Purtroppo, siamo venuti tutti a conoscenza della scomparsa di Pelè, una persona straordinaria, oltre che uno sportivo strepitoso. Abbiamo già parlato in un articolo di giorni fa di lui, cercando di ricordare al meglio tutto ciò di fantastico che ha fatto per il Paese intero. Avevamo annunciato che avremmo realizzato qualcos’altro per ricordare questa leggenda, non solo del mondo dello sport. E, per questo motivo, abbiamo deciso di ripercorrere alcune tappe fondamentali della splendida carriera di O Rei, vale a dire i 3 Mondiali conquistati da protagonista, la sua carriera al Santos e la sua avventura verso il tramonto della sua strepitosa carriera. Possiamo solo ringraziare questa grandissima persona per le bellissime pagine sportive che ci ha regalato, ma anche per tutte le meravigliose azioni intraprese fuori dal campo sportivo, ma per il mondo. 

Grazie per tutto quello che ci hai regalato, O Rei. 

Il Mondiale del 1958

La Svezia ospita il Mondiale del 1958, a cui partecipano 16 squadre. Oltre alla squadra del Paese ospitante, prendono parte al torneo la Germania Ovest (campione in carica), il Brasile, l’Inghilterra, il Paraguay, l’Austria, l’Argentina, la Cecoslovacchia, la Francia, il Messico, la Scozia, l’Ungheria, la Jugoslavia, l’Unione Sovietica, l’Irlanda del Nord e il Galles. Resta dunque a casa la nostra nazionale, che ha mancato la qualificazione a questa competizione e non potrà scendere in campo. Avrete dunque notato che le squadre provengono principalmente da 3 zone del globo: il Sudamerica, la Gran Bretagna e il resto dell’Europa. Le americane sono il Messico (al centro del continente), il Brasile, il Paraguay e l’Argentina. Le formazioni britanniche partecipanti sono la Scozia, il Galles, l’Irlanda del Nord e l’Inghilterra. Le squadre europee che partecipano sono la Francia, la Cecoslovacchia, l’Austria, la Jugoslavia, l’Ungheria e l’Unione Sovietica, oltre alla Germania Ovest, qualificata di diritto alla competizione dopo il successo nell’edizione precedente e oltre anche alla Svezia, che ospita questa Coppa del Mondo. L’esordio, per i Brasiliani, arriva l’8 giugno, ad Uddevalla. Alle ore 19.00, il direttore di gara decreta l’inizio della sfida tra la formazione di Feola e l’Austria, in una cornice di pubblico splendida, visto lo stadio pieno e le oltre 17.000 persone presenti. Il tecnico della nazionale sudamericana propone un 4-2-4. Gilmar in porta, difesa composta da Bellini, Santos, De Sordi e Orlando. A centrocampo partono titolari Sani e Didi. Il reparto offensivo è composto da Zagallo, Joel, Altafini e Dida (le formazioni non sono annunciate in ordine dalla destra verso la sinistra o viceversa). L’Austria risponde con un 4-1-5. Szanwald tra i pali, retroguardia formata da Halla, Happel, Swoboda e Hanappi. L’unico centrocampista è Koller. Il folto reparto offensivo è  formato dal seguente quintetto: Horak, Buzek, Koerner, Senekowitsch e Schleger. Il primo possesso della partita è brasiliano. La prima rete dell’incontro si fa attendere 37 minuti. Didi lancia lungo dalla fascia sinistra e disegna una traiettoria magnifica, con cui trova Altafini, che controlla e calcia ad incrociare di destro, spedendo il pallone nell’angolino in basso alla destra di Szanwald. I sudamericani segnano il primo gol del loro Mondiale! Si va a riposo con la formazione di Feola avanti di una rete. Inoltre, oltre al poderoso numero di spettatori presenti allo stadio, in tanti hanno assistito al match anche fuori, con diverse persone che si sono sedute su una collinetta vicino all’impianto e hanno potuto vedere la partita dall’alto. La seconda metà dell’incontro si apre con un inizio arrembante da parte degli Austriaci, che vanno presto alla ricerca della rete del pari. Gilmar compie una splendida parata mettendo sopra la traversa il pallone indirizzato verso la porta da lui difesa da un tentativo di un attaccante della squadra in svantaggio. Al 50’, la Seleção torna a rendersi pericolosa. Santos attacca la profondità e sfugge alla retroguardia austriaca, che è convinta di averlo lasciato in fuorigioco, ma il direttore di gara non è dello stesso avviso. Il numero 12 riceve il preciso passaggio di un compagno e scavalca l’estremo difensore avversario con un tocco sotto delizioso, che vale il 2-0 in favore del Brasile. I sudamericani riescono a rendersi pericolosi nuovamente più tardi, quando Dida entra in area di rigore dopo aver saltato un avversario e calcia forte di destro, mirando l’angolo vicino al palo lontano con una conclusione bassa, ma non rasoterra. Il brasiliano non riesce a centrare il bersaglio di pochissimo e la sfera finisce la sua corsa sul fondo. A 5 giri di lancette dal novantesimo, Mazzola realizza il gol del tris con un tiro potente dal limite dell’area di rigore, su cui poco può fare Szanwald. Brasiliani avanti di 3, gara chiusa e primo successo in questa Coppa del Mondo per i ragazzi di Feola. Dopo la vittoria contro la squadra austriaca, il Brasile prepara i bagagli e parte per Goteborg. 

Nella seconda gara della fase a gironi, la Seleção affronta l’Inghilterra, un avversario nettamente superiore al primo, superato con facilità. Allo Stadio Ullevi, l’11 giugno, la folla è due volte maggiore rispetto a quella della prima partita disputata contro l’Austria: 40.895 spettatori. O Canarinho scende in campo con una formazione disegnata dal proprio allenatore con un 4-2-4.Gilmar tra i pali, in difesa Bellini, Santos, De Sordi e Orlando. A centrocampo Sani e Didi. Quartetto offensivo composto da Zagallo, Joel, Altafini e Vavà, che prende il posto di Dida. Sulla formazione dell’Inghilterra va fatta una premessa, ovvero che, per assenza di documenti o comunque di fonti che riportino con chiarezza come sia scesa in campo quella squadra quel dì, non siamo sicuri che sia questo lo schieramento corretto, però sono davvero questi gli 11 che affrontarono il Brasile, come scritto sul referto della FIFA. Il modulo dovrebbe essere un 4-1-5. McDonald in porta, in difesa Howe, Banks, Clamp e capitan Wright. L’unico centrocampista è Slater. Gli attaccanti sono Douglas, Robson, Kevan, Haynes e A’Court. È una partita tra due squadre molto forti, che infatti danno vita ad una disputa piuttosto equilibrata. Due attacchi imponenti, con entrambe le formazioni che scendono in campo con dei centravanti molto forti tecnicamente e sanno rendersi pericolosi alla prima palla ricevuta. È anche una sfida tra due grandi difese, che, quest’oggi, si faranno superare pochissime volte. Il Brasile passa in continuazione da Didi, cuore pulsante di questa squadra, che sa sempre come gestire la sfera e la amministra con un’eleganza unica. Grande occasione per il Brasile quando McDonald esce dai pali e respinge una palla alta con i pugni, con la sfera che finisce poi sui piedi di un attaccante brasiliano, che tenta la conclusione, ma Clamp riesce a respingere e, successivamente, ad allontanare, dall’interno dell’area piccola. Gli Inglesi riescono a minacciare la porta di Gilmar quando Haynes serve Douglas con un suggerimento in verticale, il numero 7 restituisce al compagno, che sprigiona una conclusione di prima dalla distanza molto potente. L’estremo difensore del Brasile riesce a respingere e blocca solo in un secondo momento. Grande chance per i Three Lions. E questa sarà l’ultima occasione della partita. La sfida tra i giocatori allenati da Feola e l’Inghilterra termina a reti inviolate. La nazionale sudamericana trova ancora una grande solidità difensiva, ma non riesce a stappare la partita. 

Dopo aver conquistato una vittoria ed un pareggio nelle prime due partite, il Brasile sfida l’Unione Sovietica, formazione che riuscirà a qualificarsi alla fase successiva del torneo, arrivando pari punti all’Inghilterra nella fase a gironi, ma vincendo lo spareggio proprio contro quest’ultima. E dunque la difficoltà aumenta ulteriormente per i Verdeoro. Feola dispone i suoi con il solito 4-2-4 o 4-4-2 (assomiglia di più ad un 4-4-2, tuttavia le due ali sono piuttosto offensive, quindi forse è più un 4-2-4). Gilmar tra i pali, De Sordi gioca come terzino destro, Santos come sinistro e al centro della difesa capitan Bellini e Orlando. Il centrocampo è formato da Zito e dall’immancabile Didi. L’ala destra è Garrincha, mentre la sinistra Zagallo. In attacco gioca Vavà. Il compagno di reparto di quest’ultimo è un certo Pelè, che, ad appena 17 anni, gioca per la sua prima volta una partita dei Mondiali. L’Unione Sovietica scende in campo con un 3-4-2-1. Il portiere è ovviamente la leggenda Yashin. La difesa è composta da Kuznetsov, Krizhevski e Kesarev. A centrocampo giocano Tsarev e Voynov. L’ala destra è Ivanov, mentre la sinistra Ilyin. Sulla trequarti Ivanov e Netto, il capitano. La punta è invece Simonyan. Si gioca a Goteborg, è il 15 giugno e sono presenti 50.928 spettatori allo Stadio Ullevi. La prima occasione per il Brasile nasce da uno spunto fantastico di Garrincha. Il numero 11 parte palla al piede, poi si accentra per puntare un avversario. A un certo punto, cambia passo e accelera, saltando completamente il giocatore dell’Unione Sovietica, poi, da posizione defilata, fa partire un tiro potentissimo sul primo palo, che per poco non impegna Yashin, che viene salvato dal legno. Con la tecnica del suo esterno, la formazione sudamericana riesce subito a mettere in difficoltà la squadra di Kachalin. Soltanto il palo è riuscito a fermare il Brasile. Il gol del vantaggio verdeoro è meraviglioso. Didi, dipingendo calcio, vede lo splendido movimento di Vavà e, con un filtrante di esterno meraviglioso, lo manda davanti al portiere. Un passaggio incredibile del centrocampista della Seleção! Al numero 20 non resta che trafiggere il portiere. Calcia con il destro, Yashin forse riesce a deviare anche questa, ma non basta: la palla finisce in fondo alla rete. Straordinario gol dei Verdeoro, che stappano la partita. Giocano a memoria! Si trovano in campo con una facilità impressionante! La ripresa si chiude con la formazione allenata da Feola in vantaggio di un gol. Il raddoppio del Brasile arriva nella seconda frazione dell’incontro. Pelè serve Vavà, che restituisce di prima, il numero 10 deve stare attento alla pressione dei due avversari, ma, nonostante la difficoltà, riesce a giocare nuovamente la sfera al compagno. Il numero 20, allungandosi in scivolata, riesce a spedire il pallone verso il bersaglio e a superare Yashin. Il Brasile raddoppia grazie ad un altro sigillo di Vavà! Il Brasile trionfa ancora e strappa il biglietto per i quarti di finale. 

Immagine della partita di Pelè

La nazionale verdeoro, ai quarti di finale del torneo, incontra il Galles. Si gioca il 19 giugno, il calcio d’inizio è alle 19.00. A Goteborg, sono 25.000 gli spettatori presenti. D’ora in avanti, non si può più sbagliare: o dentro, o fuori. Ci si gioca l’accesso alla semifinale. La formazione sudamericana scende in campo con il solito modulo. Il portiere è Gilmar, i giocatori che formano la linea difensiva sono De Sordi, nella posizione di terzino destro, Santos, che gioca dall’altra parte, e i due centrali che sono il solito capitano Bellini ed Orlando. A centrocampo il solito duo Zito-Didi. La fascia sinistra è Zagallo, Garrincha gioca invece sull’altra corsia. In attacco non può che essere confermato Pelè, che viene affiancato da Mazzola (parliamo ovviamente di Altafini). Il Galles, invece, schiera un undici che si dispone in campo con un 3-4-2-1. L’estremo difensore è Kelsey, dietro giocano Hopkins, Charles e Williams. A centrocampo, partono titolari capitan Bowen e Sullivan, gli esterni sono Jones, a sinistra, e Medwin, a destra. Sulla trequarti giocano Hewitt ed Allchurch. Il centravanti è Webster. È il Galles a muovere il primo pallone dell’incontro. Il primo tempo finisce a reti inviolate. I sudamericani hanno un’occasione con Garrincha, che fa quello che vuole sulla fascia destra e riesce a minacciare la porta difesa da Kesley dopo una grande azione personale. Esegue una grande azione personale, entra in area di rigore, poi mette al centro un pallone rasoterra, che viene allontanato dall’attenta retroguardia gallese. La formazione britannica riesce a reagire con un grande spunto di Medwin, che riceve sulla fascia destra, poi si accentra e fa partire un tiro di mancino, che però non sorprende Gilmar, che blocca. Garrincha ci riprova. Altro grande dribbling sulla fascia destra e conclusione verso la porta insidiosa, ma Kelsey riesce ad evitare il gol. I sudamericani vanno nuovamente vicini al gol del vantaggio con un colpo di testa su calcio d’angolo, con la sfera che va a sbattere sulla traversa. Ma, finalmente, il Brasile riesce a sbloccare l’incontro. Didi anticipa di testa al limite dell’area di rigore ed offre a Pelè, che controlla il pallone di petto, poi lo accarezza e si libera di un avversario. A quel punto, calcia verso la porta e trova la via del gol. La squadra allenata da Feola è in vantaggio! In una sola giocata, si è vista tutta la classe, l’eleganza, la tecnica, l’agilità, l’intelligenza e la creatività del numero 10. Un gol meraviglioso! Primo gol in un Mondiale per il giovanissimo talento della Seleçao, che è felicissimo! Il Brasile vola in semifinale!

Un’immagine del gol 

Il cammino del Brasile, fin qui, è stato perfetto. Adesso c’è la semifinale contro la Francia, avversario di altissimo livello, protagonista di un bel cammino in questa Coppa del Mondo. Si gioca allo Stadio Rasunda. Feola non cambia moduli. Gilmar tra i pali, i terzini sono De Sordi, a destra, e Santos a sinistra. I due centrali sono Bellini e Orlando. I centrocampisti sono Zito e Didi. Nel ruolo di ala sinistra, gioca ancora Zagallo, mentre, dall’altra parte, Garrincha. In attacco, scendono in campo dal primo giro di lancette Vavà e Pelè. La Francia risponde con un 4-3-3. Abbes tra i pali, retroguardia formata da Kaelbel, che gioca come laterale destro, e Lerond come sinistro. I due centrali sono Jonquet e Marcel. I 3 centrocampisti sono Penverne, Kopa e Piantoni. Il tridente d’attacco è formato dal trio Vincent-Fontaine-Wisniewski. Anche oggi, la cornice di pubblico non è niente male: 27.000 spettatori presenti allo stadio. Il calcio d’inizio è alle 19.00 del 24 giugno. Al 2’, il Brasile attacca. Jonquet ferma un avversario con una scivolata, ma la palla schizza sui piedi di Garrincha, che, con una spettacolare palla morbida, mette Vavà davanti al portiere. L’attaccante in maglia numero 20 controlla di petto e calcia, superando Abbes, uscito dai pali nella speranza di evitare la rete avversaria. I Verdeoro sono in vantaggio! Grandissimo assist del numero 11 e finalizzazione perfetta della punta brasiliana. La Francia reagisce circa 7 minuti più tardi. Piantoni trova con un filtrante splendido Fontaine, che riesce a scavalcare Gilmar, che aveva fatto qualche passo in avanti per cercare di fermare in tuffo il centravanti francese, e a depositare il pallone in fondo alla rete. Ha pareggiato la nazionale europea. Al 39’, Didi sprigiona un tiro dalla distanza potentissimo, con la palla che finisce sotto l’incrocio dei pali. Un tiro clamoroso! Gol meraviglioso da parte del numero 6! Una rete che è il giusto premio dopo il sensazionale Mondiale realizzato dal giocatore della formazione sudamericana. Si va a riposo con il Brasile in vantaggio per 2-1. La ripresa comincia e, al 52’, c’è già la prima occasione. Parte un traversone dalla sinistra, l’estremo difensore francese cerca di bloccare, ma non ci riesce, la sfera resta lì. E, all’interno dell’area di rigore, c’è il numero 10 del Brasile, che ringrazia spingendo la sfera in fondo alla rete! Terzo gol messo a segno dalla Seleção. Al 64’, Garrincha danza sul pallone per la trecentesima volta in questo Mondiale. Lascia sul posto un avversario, poi trova Pelè all’interno dell’area di rigore, che controlla, poi cerca un altro compagno con un suggerimento interessante. La retroguardia dei Bleus allontana, probabilmente anche dopo una leggera deviazione del giocatore in maglia verdeoro, ma la sfera torna sui piedi del 10 brasiliano, che calcia e trafigge Abbes! Gol dei ragazzi di Feola! Non poteva mancare l’appuntamento con il gol nemmeno in quest’incontro! Non molto tempo dopo il quarto sudamericano, Pelè si libera di un avversario con un tunnel meraviglioso, poi avanza palla al piede, dopodiché trova un compagno con uno splendido passaggio, mettendolo davanti al portiere, ma non riesce a trovare la via del gol. Ma che giocata spettacolare da parte del numero 10! Al 75’, la Seleção chiude la pratica. Didi disegna una traiettoria splendida e serve con un passaggio meraviglioso Pelè, che controlla, poi sprigiona una conclusione di destro ad incrociare, che non lascia scampo al povero Abbes! Quinto gol del Brasile, che fa quello che gli pare! Prestazione strabiliante da parte di O Rei! Gol fantastico! Finalizzazione impeccabile. Si vede nuovamente, per l’ennesima volta, la grandiosa tecnica dell’attaccante verdeoro, che in campo si diverte ed incide in continuazione, in qualunque incontro! Dopo la partita stupefacente del diciassettenne, il gran gol di Piantoni, che rende un po’ meno amara questa sconfitta, sembra quasi un dettaglio. La Francia si inchina al re! Un giocatore minorenne ha appena distrutto la squadra di Albert Batteux! Il Brasile è in finale dei Mondiali! 

Un’immagine della partita di Pelè

È il 29 giugno 1958. È il grande giorno. Il Brasile si gioca il titolo. L’avversario è la Svezia. Il calcio d’inizio è fissato alle 15.00. Oggi pomeriggio, si saprà chi avrà vinto la Coppa del Mondo. Quasi 50.000 spettatori presenti allo stadio. Feola, ovviamente, conferma il solito schieramento. Gilmar in porta, i due centrali sono Orlando e Bellini. Il terzino destro è Djalma Santos, il sinistro Nilton Santos. I due centrocampisti sono i soliti Zito e Didi. La fascia destra è Garrincha, mentre la sinistra Zagallo. In attacco, giocano Vavà e Pelè, il calciatore di cui tutto il mondo parla. La formazione svedese risponde con un 3-4-2-1. Tra i pali gioca Svensson. La retroguardia è formata da Bergmark, Gustavsson e Axbom. I 4 centrocampisti sono Borjesson, Parling, Gren e un certo Liedholm. La fascia destra è Hamrin, l’ala sinistra Skoglund. L’unica punta è Simonsson. I Verdeoro muovono il primo pallone della partita. Dopo 4 giri di lancette, attacca la Svezia. Liedholm, al limite dell’area di rigore, salta prima Orlando, poi pure Bellini, dopodichè trova una conclusione forte ad incrociare, rasoterra. La sfera termina in fondo alla rete. La formazione europea è in vantaggio! Gol meraviglioso da parte del giocatore in maglia numero 4. Dopo 9 minuti dall’inizio della gara, la Seleção reagisce. Garrincha, sulla destra, punta per l’ennesima volta l’avversario e lo salta. E, dall’interno dell’area di rigore, fa partire un cross basso. La sfera finisce sui piedi di Vavà, che mette dentro da due passi, a porta vuota! Il Brasile pareggia i conti! Due giocatori autori di un Mondiale fantastico, che incidono anche nell’ultima partita del torneo! Il Brasile, più tardi, sfiora anche il 2-1, scheggiando un palo. Al 32’, la nazionale sudamericana torna all’attacco. Garrincha sfonda ancora sulla fascia destra! Non smette mai di danzare sul pallone! Dopodiché mette al centro con un cross basso. La sfera finisce sui piedi di Vavà, che realizza la rete del vantaggio della squadra di Feola! Ancora l’asse Garrincha-Vavà! Un gol fotocopia del primo! Brasile avanti 2-1 all’intervallo! Ricordiamo che l’esterno destro del Brasile, in maglia numero 11, aveva una gamba più corta dell’altra. Nel secondo tempo, torna all’attacco la formazione sudamericana. Al 55’, Nilton Santos realizza un cross meraviglioso e trova Pelè nel cuore dell’area di rigore. Il numero 10 controlla di petto, poi accarezza il pallone e lo fa passare sopra la testa di Gustavsson con un sombrero spettacolare. Poi, calcia al volo di destro e riesce a tenere basso il pallone. La sfera termina la sua corsa in fondo alla rete! Il Brasile si porta sul 3-1! O Rei realizza uno dei gol più iconici della storia del calcio! Giocata CLAMOROSA del diciassettenne brasiliano! Non si era mai visto un giocatore così giovane incidere così tanto in una Coppa del Mondo! Semplicemente O REI! Seleção avanti di due! Un gol che richiede una tecnica incredibile, oltre che una creatività e un’intelligenza fuori dal comune. Il Brasile esplode di festa, sia i giocatori in campo, che il popolo sudamericano! La stella dei Verdeoro porta i suoi compagni sulla Luna. Non ci sono abbastanza parole per descrivere la bellezza di questo gol. Anche Garrincha, scatenato, va vicino alla gioia personale, cercando di scavalcare Svensson con un pallonetto dalla destra dell’area di rigore, da posizione defilata. L’estremo difensore della formazione europea si rifugia in calcio d’angolo. Al 68’, chance dalla bandierina per i Verdeoro. Probabilmente Gustavsson allontana di testa, la sfera schizza sui piedi forse di Didi, che cerca il tiro dalla distanza, la palla sbatte sul muro difensivo della nazionale europea, dopodichè prende una traiettoria strana e finisce sui piedi di Zagallo. Il numero 7 salta un avversario, poi, con un tiro rasoterra, supera il portiere, che vede il pallone passargli sotto le gambe. Sono 4 i gol del Brasile! Gli Svedesi accorciano le distanze con un gol di Simonsson, ma c’è poco tempo per riportare in equilibrio l’incontro. Al 90’, tornano all’attacco i ragazzi di Feola. Il numero 10 del Brasile trova largo sulla sinistra Zagallo con un colpo di tacco meraviglioso! Il numero 7 dipinge un traversone spettacolare, su cui riesce ad arrivare Pelè, che colpisce di testa e supera Svensson! ANCORA O REI! 5-2 PER I VERDEORO! IL BRASILE È CAMPIONE DEL MONDO! TUTTO IL MONDO ACCLAMA O REI! TUTTO IL POPOLO SUDAMERICANO È IN FESTA! UN’IMPRESA SPORTIVA MAI REALIZZATA DA NESSUNO PRIMA! 

Pelè che non riesce a trattenere le lacrime a fine partita

Qualche immagine di Pelè in campo in quella finale

Il Mondiale del 1962

Il Mondiale 1962, per il Brasile guidato da Moreira, inizia il 30 maggio all’Estadio Sausalito, nel match contro il Messico, e la Seleçao è la favorita, essendo anche campione in carica. Il primo tempo finisce con un pareggio a reti bianche: 0-0 il risultato al termine della prima frazione di gioco. Il secondo tempo inizia bene per il Brasile, che al 56’ trova la via del gol con Mario Zagallo, su assist di Pelè, che da dentro l’area serve il numero 21 che arriva in corsa dall’altra parte, e quest’ultimo insacca di testa, il difensore devia la palla ma non basta. Brasile in vantaggio. Il secondo gol, invece, è invenzione del genio di O Rei, che parte dalla trequarti, dribbla 5 avversari e da dentro l’area segna con un tiro rasoterra sul secondo palo, su cui il portiere Carbajal non può nulla. La seconda partita del girone, per il Brasile, è con la Cecoslovacchia. Il risultato recita uno scialbo 0-0. Inoltre fu una partita sfortunata per Pelè, in quanto fu costretto al cambio per un infortunio, che si è procurato durante un tiro dalla distanza, e quella con la Cecoslovacchia fu l’ultima partita di O Rei al mondiale in Cile, in quanto l’infortunio lo tenne fermo ai box per l’inter Coppa del Mondo. 

L’uscita dal campo di Pelè dopo l’infortunio con la Cecoslovacchia.

Il Brasile, perde così la sua stella per tutta la competizione. E alla terza partita i verdeoro faticano con la Spagna, infatti sono gli iberici a passare in vantaggio al 35’ con Adelardo, che con un tiro rasoterra sul primo palo batte Gilmar. A 20 minuti dalla fine, il risultato è ancora sullo 0-1 in favore della Spagna, e per tutto il periodo dal gol della Spagna al minuto numero 72, sono gli iberici a fare la partita. Ma proprio al 72’ Amarildo raccoglie un cross basso che arriva dalla sinistra, e da dentro l’area il 20 del Brasile piccola fa 1-1. Poi, a 4 minuti dal termine, è sempre Amarildo che firma la vittoria per il Brasile, colpendo di testa un cross dalla destra di Garrincha. Il Brasile, dunque, passa il turno da primo nel girone con 5 punti (ai tempi la vittoria valeva 2 punti). È il momento dei quarti di finale (non si disputavano gli ottavi, visto che al Mondiale partecipavano 16 nazionali) e al Brasile tocca l’Inghilterra, una partita non semplice sulla carta. Ma al 31’ i brasiliani indirizzano la partita a loro favore, infatti Garrincha colpisce di testa un corner di Zagallo e porta avanti i suoi. Al 38’, però pareggia l’Inghilterra: è Hitchens il più lesto a ribadire a rete dopo una traversa colpita da un suo compagno sugli sviluppi di una punizione. Minuto numero 53: punizione per il Brasile, della quale si incarica Garrincha; il tiro è forte e centrale, Springett non trattiene e Vava di testa mette la palla in porta. 2-1. Al 59’ Didi esegue un passaggio lungo per Amarildo, che appoggia la palla a Garrincha, quest’ultimo con un tiro a giro perfetto sul secondo palo, all’incrocio dei pali, non dà chance a Springett, che si tuffa ma non basta. Il Brasile fa il terzo gol e chiude la partita. La semifinale è contro il Cile, abbiamo quindi i campioni in carica contro i padroni di casa. Al 9’ minuto Garrincha fa 0-1 con un tiro al volo dal limite dell’area, poi al 32’ è sempre Garrincha l’autore del gol, che questa volta segna con un colpo di testa da calcio d’angolo. Al 42’ il Cile accorcia le distanze con Jorge Toro, che segna con una punizione magistrale. Ma il Brasile torna sopra di due reti al 2’ della ripresa: questa volta è Vava che segna di testa su calcio d’angolo. Il Cile non ci sta, e al 61’ riapre la partita con un rigore realizzato da Leonel Sanchez, spiazzando Gilmar. Al 78’ Vava chiude definitivamente la partita e cala il poker con un colpo di testa. Dunque, il Brasile vola in finale, che giocherà il 17 giugno contro la Cecoslovacchia, che aveva già affrontato in questa Coppa del Mondo ai gironi. Siamo alla finale. La Cecoslovacchia aveva compiuto un percorso fantastico eliminando Ungheria e Jugoslavia rispettivamente ai quarti e in semifinale. Al 14’ passa la Cecoslovacchia con Masopust che segna a tu per tu con Gilmar, servito da un filtrante perfetto di Pospichal. Tre minuti più tardi Amarildo trova un gol un po’ fortunoso: entra in area, va sul fondo e mette in mezzo il pallone, ma la palla, non per volere del 20 brasiliano, finisce in porta sorprendendo Schrojf. Al 69’ è Amarildo a mettere una palla deliziosa sul secondo palo, dove compare Zito, che la appoggia di testa in porta. A 12 minuti dal 90’, Santos alza un campanile in area, Schrojf non trattiene e Vava ne approfitta. 3-1 Brasile, pratica chiusa, e Mondiale vinto. 

Insomma, il Brasile si aggiudica la sua seconda Coppa del Mondo, pur senza Pelè, che gioca solo le prime due partite, ma segnando comunque un gol. La Seleçao, di sicuro, questo Mondiale, lo ha vinto anche nel segno di O Rei.

La rosa del Brasile al Mondiale 1962.

La rosa del Brasile alla Coppa del Mondo 1962, ma senza Pelè, che non potè giocare dalla terza partita in poi, a causa di un infortunio.

Il Mondiale del 1970

Il mondiale del 1970 si tenne in Messico e fu il primo mondiale ad essere trasmesso dalla televisione a colori. Fu, inoltre, il primo mondiale in cui gli arbitri adattarono l’utilizzo dei cartellini per segnalare sanzioni disciplinari e il primo mondiale a mettere a disposizione due sostituzioni a partita. Al mondiale parteciparono Inghilterra, Cecoslovacchia, Italia, Unione Sovietica, Germania dell’Ovest, Belgio, Romania, Brasile, Messico (nazione ospitante), Perù, Uruguay, Bulgaria, Svezia, El Salvador, Marocco e Israele. Il Brasile venne sorteggiato nel girone del Gruppo 3, insieme alla vincitrice della scorsa edizione (l’Inghilterra), alla Romania e alla Cecoslovacchia. La prima partita per il Brasile, ovvero contro la Cecoslovacchia, viene dominata interamente dalla squadra sudamericana, e si ricordano in particolare la punizione di Rivelino (il primo gol) e il gol di Pelè, dettato da un filtrante alto da paura con stop di petto e tiro. Questo era vero e proprio calcio spettacolo. D’altra parte, la nazionale brasileira era piena di gioco rivoluzionario, avendo nella rosa titolare ben cinque giocatori targati “numero 10”, come O’Rey (Pelè), Jairzinho, Gerson, Rivelino e Tostão. Vincendo tutte le partite del girone, si portarono primi in classifica e

fronteggiarono nei quarti l’imprevedibile Perù, che però venne sconfitto 4-2 con una significativa doppietta di Tostão seguito dal fantastico assist filtrante di Pelè. Arrivati alle semifinali, nei primi 40’ di Brasile – Uruguay la situazione era difficile per i tifosi brasiliani in quanto in soli 19’ l’Uruguay sbloccò il risultato con il gol di Cubilla, ma la partita se la aggiudicò comunque il Brasile con gol di Clodoaldo, Jairzinho e Rivelino. La finale era il top di gamma: si sfidavano due nazionali che hanno precedentemente vinto due coppe del mondo e le aspettative erano davvero alte. Tuttavia, dato il prolungamento della partita di semifinale tra Italia e Germania dell’Ovest, l’Italia era fisicamente molto stanca e quindi avrebbe affrontato la finale con più difficoltà. Ma la Seleção non deluse, e in soli 18’ Pelè segnò un fantastico gol di testa. Non ci credeva neanche lui, infatti, preso dalla foga e dallo stupore, si fece prendere in braccio da Jairzinho. 

La partita è finita poi con la dominazione da parte della Seleção con un 4-1 che lascerà amarezza sulla bocca di tutti gli italiani. Con questo la nazionale brasileira si porterà a casa la sua terza Coppa del Mondo Jules Rimet. 

Il Santos

Fin da piccolo, il giovane Pelè dimostrò una straordinaria abilità nel gioco del “fùtbol”. Questa abilità fu notata dal Santos, la principale squadra del Brasile, che strappò il giovane talento brasiliano al Bauru, squadra della cittadina dove si era trasferito da giovane, la prima squadra in cui egli abbia mai giocato. Quando l’osservatore del Santos,  Waldemar de Brito,   andò a riferire alla dirigenza di aver scoperto questo campione, disse che sarebbe diventato il “miglior giocatore al mondo”. Pelè esordì con il Peixe, così è conosciuto il Santos in patria, il 7 Settembre 1956 in un’amichevole contro il Corinthians de Santo André, segnando tra l’altro un gol nel 7-1 finale. 

Da subito, nel calcio professionistico Pelè si dimostrò un fenomeno, vincendo a soli 16 anni il titolo di capocannoniere del Campionato Paulista, il campionato brasiliano. Il suo incredibile talento venne notato anche a livello internazionale, dopo la vittoria da parte del Brasile del Campionato del Mondo del 1958. Dopo quella grande vittoria, moltissimi club europei, tra cui la Juventus, il Real Madrid, il Manchester United e l’Inter gli fecero offerte; egli però, anche sotto pressione del popolo brasiliano, che ormai aveva fatto di lui il suo pupillo, le ha sempre rifiutate tutte; nel 1961 fu addirittura nominato “tesoro nazionale” del Brasile. Questa decisione fu un “peccato”, poiché noi Europei non potemmo assistere del tutto alla bravura di Pelè, dato che lui passò tutta la carriera in Brasile. Dalle descrizioni date dai suoi avversari in nazionale però, possiamo capire che fosse probabilmente uno dei più forti della storia, se non il più forte.   

Da lì in poi, la carriera di Pelè fu una carriera di completa dominazione del suo campionato: pensate che nel 1964 arrivò a segnare 8 gol in una sola partita, stabilendo un primato all’interno del campionato brasiliano. 

Il 19 Novembre 1969 toccò la quota di mille gol segnati, grazie ad un calcio di rigore realizzato al Maracanà; in quegli anni, Pelè era un assoluto idolo mondiale, venerato in Brasile e apprezzato in tutto il mondo: In quegli anni, il Santos girava il mondo per fare amichevoli con le più forti squadre europee: migliaia di persone arrivavano per assistere alle partite del fenomeno brasiliano, che puntualmente deliziava il pubblico con giocate straordinarie; pensate che in Nigeria si arrivò addirittura a fermare per 48 ore una guerra civile per assistere ad un amichevole di Pelè a Lagos. Questo fa capire quanto il personaggio di Pelè non sia solo sportivo, ma anche umano e politico. Nel 1971 partecipò anche alla partita d’addio di Lev Jašin, da lui definito “un grande portiere ed un uomo dalla grandissima generosità. 

Pelè annunciò il suo addio al Santos nel 1974, dopo 19 stagioni con la maglia bianconera. Durante la sua carriera, ha giocato con alcuni dei più grandi giocatori della storia del Brasile (Zito, Pepe e Coutinho) e vinto una marea di titoli in patria e non: nel suo palmarès può contare  10 titoli paulisti, 5 Taça Brasil consecutive dal 1961 al 1965, record del calcio brasiliano, 3 Tornei Rio-San Paolo, una Taça de Prata, 2 Coppe Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali e una Supercoppa dei Campioni Intercontinentali.

In seguito, il campione brasiliano venne ingaggiato dai New York Cosmos, una squadra americana che radunava alcune delle più grandi stelle dell’epoca, tra cui Carlos Alberto, Beckenbauer e Chinaglia.

Chiuse ufficialmente la sua carriera da calciatore il 1 Ottobre 1977, in un’amichevole tra i Cosmos e il Santos; la partita venne trasmessa da 38 televisioni in tutto il mondo, e vide trionfare i Cosmos 2-1, con una rete dello stesso Pelè.

Pelé si ritirò dal mondo del calcio dopo aver realizzato 1.281 gol, secondo dati ufficiali della FIFA. Ma non si limitò al campo: egli promosse il calcio come sport di unione e fratellanza anche al di fuori del rettangolo verde, facendo da vero e proprio ambasciatore dello sport nel mondo. Fu anche inventore di moltissime “skills” utilizzate dai calciatori tutt’oggi, e anche uno dei primi a giocare in modo innovativo, intrattenendo il pubblico con le sue giocate spettacolari. Probabilmente è stato il giocatore più simbolico della storia, ed è destinato ad essere ricordato lungo, forse, per sempre. 

Pelé da giovane con la maglia del Santos

Pelè saluta i suoi fans con la casacca dei New York Cosmos

Il calcio è l’unico sport dove possono convivere tante persone. Non importa se sei ricco o povero, nero o bianco. Il calcio è un’unica nazione. Questa è la bellezza del calcio

– Pelè

(articolo di Andrea Ascari, Lorenzo Volponi, Nicolò Vecchi e Cristiano Cavallaro)

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