Ottobre 3, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

Manchester United, uscire da una crisi che sa di maledizione – Dalla A alla Z, le storie di tutti i club europei più importanti

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Il Manchester United non ha bisogno di presentazioni. Nessuna squadra in Inghilterra ha lo stesso fascino dei Red Devils. Un Club con una storia straordinaria, che gioca in uno stadio tra i più belli e celebri al mondo, con quel manto calpestato con i tacchetti da giocatori straordinari. Per non parlare degli allenatori… gli scozzesi Matt Busby e Sir Alex Ferguson sono soltanto alcuni dei tantissimi manager straordinari che questo Club ha avuto nella sua storia ultracentenaria. Una bacheca stracolma di trofei: venti titoli di First Division/Premier League, dodici FA Cup, cinque Coppe di Lega, ventuno Community Shield, tre Champions League, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intercontinentale e una Coppa del Mondo per Club. Questo può bastare per fare capire la ricchezza della storia e lo straordinario fascino che questa squadra possiede. I Red Devils militano ininterrottamente in Premier League dal 1975 e oggi sono guidati dall’olandese Erik Ten Hag, ex tecnico dell’Ajax e secondo manager “orange” della storia del Club dopo Louis van Gaal (che è stato anche il primo allenatore non proveniente da Gran Bretagna o Irlanda a guidare i Red Devils nella storia della società). La casa dello United è Old Trafford, un impianto meraviglioso progettato da un certo Archibald Leitch, che ormai abbiamo imparato bene a conoscere, ed inaugurato nel 1910. Il “Teatro dei Sogni” (Theatre of Dreams in inglese), soprannome di questo stadio, può ospitare fino a 74.000 spettatori.

Old Trafford pieno

Le origini

Sulla nascita del Manchester United abbiamo già scritto un articolo tempo fa, visto che è una storia molto bella da raccontare. Riassumendo: tutto cominciò nel 1878, quando fu fondato il Newton Heath LYR (Lancashire and Yorkshire Railway), antesignano della società attuale, il cui logo era questo:

Già dallo stemma e dal nome, potrete intuire come sia nata la squadra. Infatti, fu formata da dei lavoratori da scalo ferroviario di Newton Heath, che cominciarono a disputare partite contro altri dipartimenti della LYR e altre compagnie ferroviarie. Quando fu fondata la Football League, nel 1888, Newton Heath non si considerava abbastanza forte per competere con squadre come Blackburn Rovers e Preston North End. Tuttavia, il Club entrò a fare parte della  Division One nel 1892, dove militò soltanto per due anni, dato che venne successivamente retrocesso in Division Two. All’inizio del secolo successivo, i problemi finanziari cominciarono ad aumentare e sembrava che la società fosse destinata a fallire, ma John Henry Davies, proprietario di un birrificio locale, capì la gravità della situazione e decise di investire nel Newton Heath in cambio di un certo interesse nella gestione. Ciò portò ad un cambio di nome e, dopo le bocciature delle denominazioni i “Manchester Central” e “Manchester Celtic”, fu scelto “Manchester United”. Ancora oggi chiamiamo così questa straordinaria squadra, che prese vita così nell’aprile/maggio del 1902.

La storia recente

Parliamo della storia recente, sebbene, visti i tantissimi anni di splendore del Club, bisognerebbe parlare anche di tantissime altre magnifiche stagioni precedenti a quelle che vi stiamo per raccontare. Partiamo dal 1986, con l’inizio dell’era Ferguson, che, dopo aver allenato la sua nazionale e interrotto il dominio di Rangers e Celtic in Scozia con il suo Aberdeen, approdò sulla panchina dei Red Devils. L’anticipazione fondamentale che bisogna dare è una: quando lo United si affida ad un manager scozzese, spesso non sbaglia. Prima di lui, infatti, ad allenare i “diavoli rossi” era stato un certo Matt Busby, manager dal 1947 al febbraio 1958 e successivamente dal giugno ’58 al 1969, che si era reso protagonista, insieme ai suoi ragazzi (i famosi Busby Babes) del primo ciclo d’oro della storia dello United. Tornando a noi, nei primi anni della sua gestione, Sir Alex conquistò un secondo posto in campionato, nel 1988, e una FA Cup (nel ’90), una Charity Shield (la decima della storia del Club) e una Coppa delle Coppe (nel 1991). Con la nascita della Premier League, però, la musica cambiò rapidamente. Grazie all’arrivo campioni come “King” Eric Cantona, l’estroso francese che aveva appena fatto vincere il titolo ai rivali del Leeds, Roy Keane, e la famosa “Class of ‘92” (il gruppo di talenti prodotti dall’Academy del Club, tra cui vanno ricordati soprattutto David Beckham, Ryan Giggs, Paul Scholes e i fratelli Neville, che così bene fecero con la maglia rossa), il Club si trasforma rapidamente nella squadra di maggior successo d’Inghilterra. Nel giro di dieci anni, infatti, lo United vinse praticamente qualunque tipo di competizione: per ben otto volte sollevò la coppa della Premier League (un dominio interrotto solo dal Blackburn e, due volte, dall’Arsenal), quattro volte la FA Cup e cinque volte la Charity/Community Shield, oltre ad una magica Champions League (in una finale contro il Bayern Monaco che sembrava persa, ma che venne incredibilmente ribaltata con due gol nei minuti di recupero del secondo tempo) e ad una Coppa Intercontinentale. L’epopea di Sir Alex non si sarebbe interrotta nemmeno nel decennio successivo, che, infatti, vide lo United affermarsi in altre cinque occasioni (di cui tre, tra il 2006 e il 2009) in Premier League. Al titolo di campione d’Inghilterra, i Red Devils aggiunsero anche tre Coppe di Lega e tre Community Shield, coronate poi da due finali di Champions League consecutive. Per quanto riguarda queste due finali l’esito fu ben diverso, ma in entrambe le occasioni, le partite a cui lo United prese parte furono assolutamente imperdibili: prima la vittoria nella sfida contro il Chelsea, terminata soltanto ai calci di rigore e ben oltre l’una di notte, ora di Mosca (città in cui si giocava la finale), poi la sconfitta (1-3) contro i fenomeni del Barcellona di Pep Guardiola che, a Roma, giocarono una partita praticamente perfetta. Nel 2013. il Manchester United è riuscito a vincere la sua ventesima Premier League, l’ultima sotto la guida di Sir Alex, che infatti lasciò la panchina di Old Trafford al termine di quella stessa stagione (che si concluse con un pirotecnico 5-5 contro il West Brom, del quale Ferguson va orgoglioso tutt’ora), e, ad oggi, anche l’ultima della storia del Club. Da quell’anno in avanti, lo United ha dovuto chiudere il periodo più ricco di successi della sua esistenza e, nonostante gli otto manager che si sono succeduti sulla panchina del Club (di cui due ad interim), ha potuto sollevare soltanto quattro trofei in nove anni (l’ultimo è stato la UEFA Europa League del 2016-17).

Lo United festeggia la vittoria della Champions League del 1999
Sir Alex con la Premier League tra le braccia

La scorsa stagione

La scorsa stagione è stata davvero deludente. Non tutti hanno ritenuto corretta la scelta di esonerare Ole Gunnar Solskjær, leggenda del Club e protagonista di quella finale contro il Bayern Monaco che abbiamo citato poco fa, che, tutto sommato, non stava andando così male con i Red Devils e, sicuramente, stava andando meglio di quanto abbiano poi fatto i suoi successori. La squadra di Manchester è arrivata sesta in campionato, rischiando addirittura di non qualificarsi nemmeno all’Europa League e di dover giocare in Conference League nella stagione successiva. Dopo l’esonero del norvegese, è arrivato, ad interim, Michael Carrick, sostituito poi dal guru tedesco Ralf Rangnick. Anche il tedesco, però, ha ottenuto scarsi risultati e non è stato capace di risollevare un Club che ormai sembra vittima di una maledizione. Per farvi capire meglio il momento di crisi di questa squadra, citiamo la frase di Gary Neville, che ha passato una vita intera a giocare per i Red Devils e adesso lavora come opinionista per Sky Sports UK:

Oggi, nessun giocatore del Manchester United potrebbe giocare nel Manchester City

I giocatori dello United durante una partita di Champions League del 2021 (competizione in cui i Red Devils sono stati eliminati quasi subito)

La stagione in corso

Lo United ha cominciato la nuova stagione con la speranza di cancellare tutto ciò che di negativo è successo in questi ultimi anni, affidandosi ad un allenatore esperto e contempo già capace di far giocare molto bene le sue squadre e di sollevare numerosi trofei: l’olandese Erik Ten Hag, protagonista negli ultimi anni con l’Ajax. Tuttavia, la prima partita di campionato dei ragazzi di Ten Hag è stata una grande delusione, visto che il Brighton ha espugnato Old Trafford vincendo 2-1. Parlando di mercato, i Red Devils stanno vivendo tuttora dei giorni di incertezza riguardo il futuro di Cristiano Ronaldo, la cui permanenza è in dubbio. Il tecnico olandese ha accolto come nuovi acquisti Lisandro Martinez, colpo da quasi 60 milioni di euro (superata la concorrenza dell’Arsenal, che era interessato al giocatore) e Tyrrel Malacia, due calciatori che il successore di Rangnick conosce bene per via del loro passato in Eredivisie. Come cessioni, si è parlato tanto dell’addio di Paul Pogba, giocatore che non si è più ritrovato ad Old Trafford dopo il grande periodo alla Juventus, Nemanja Matic e Jesse Lingard. Tutti questi elementi, tra l’altro, hanno lasciato il Club senza far guadagnare un solo penny alla società, poichè si sono trasferiti da svincolati a, in ordine, Juventus, Roma e Nottingham Forest. Inoltre, non è da sottovalutare l’addio di Juan Mata, giocatore di grande esperienza che ha dato tanto a questo Club e che adesso è svincolato.

Ten Hag

Lo sapevate che?

  • Il Manchester United è la squadra di calcio più tifata al mondo (650 milioni  di
    supporters in tutto il mondo);
  • Il soprannome “Red Devils” è nato quando Matt Busby ha deciso di chiamare così i
    suoi giocatori, in onore della squadra di Rugby di Salford, che aveva adottato
    questa denominazione nel 1930;
  • La leggenda Ryan Giggs ha messo a segno la rete più veloce della storia del Club,
    trovando la via del gol dopo soltanto 15 secondi nella sfida contro il Southampton
    del 18 novembre 1995.
Ryan Giggs

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