Luglio 27, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

La storia dell’Amburgo: la squadra più longeva della Bundesliga

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L’Hamburger Sport-Verein (in italiano conosciuto come “Amburgo”) è una società polisportiva, che ha sede nell’omonima città di Amburgo, una città del nord-ovest della Germania, che sorge sulle rive del fiume Elba.

Partiamo dalla fondazione della società: è il 29 settembre 1887 quando le due società sportive di Amburgo, il Der Hohenfelder Sportclub e il Wandsbek-Marienthaler Sportclub, si uniscono per formare lo Sports Club Germania. Questo sodalizio, era inizialmente nato per dedicarsi all’atletica, ma a partire dal 1891, la società inizia ad interessarsi anche al calcio. La squadra inizia ad ottenere successi a livello locale e nel 1900 divenne uno dei membri fondatori della Federazione calcistica tedesca. In realtà, l’Hamburger Sport-Verein nacque ufficialmente il 2 giugno 1919, quando al Sports Club Germania si unirono altri due club della città di Amburgo, l’Hamburger FC e l’FC Falke. L’Amburgo però assunse come data di fondazione quella dello Sports Club Germania, ovvero il 1887, diventando così la seconda squadra più antica della Germania, dopo il Monaco 1860; anche i colori sociali furono gli stessi del Germania: il blu, il bianco e il nero. L’Amburgo inizia a vincere il campionato della Germania settentrionale con regolarità, e ciò garantì agli anseatici di partecipare alla fase nazionale, così, nella stagione 1921-22, gli Urgestein raggiunsero la finale al loro secondo tentativo, trascinati soprattutto dai gol di Otto Harder, uno dei migliori calciatori della storia del club. La finale è Amburgo-Norimberga, e la partita termina sul punteggio di 2-2. Dunque, bisogna rigiocarla. Il punteggio, nella ripetizione, recita 1-1, ma l’arbitro è costretto a sospendere la partita a causa delle quattro espulsioni nel Norimberga, che quindi rimane in sette uomini. Inizialmente, la Federazione assegnò il titolo all’Amburgo, ma dopo una serie di ricorsi, la DFB (acronimo di “Deutscher Fußball-Bund”) torna sui suoi passi e la decisione finale è la non assegnazione del titolo di quella stagione. L’anno dopo però, nella stagione 1922-23, l’Amburgo vince nuovamente il campionato della Germania Settentrionale, e alla fase nazionale, riesce ad avere la meglio sulle compagini che incontra nel suo cammino, arrivando in finale, dove ad attendere i Rothosen c’è l’Union Oberschöneweide. Gli anseatici non hanno problemi: basta un secco 3-0 per portare la Coppa ad Amburgo. Anche nel 1923-24, la squadra del nord della Germania riesce ad arrivare in finale alla fase nazionale, di nuovo contro il Norimberga, come due anni prima, e gli Hanseaten ne escono sconfitti, perdendo 2-0. Ma aggiungono il loro secondo titolo in bacheca nella stagione 1927-28, spazzando via l’Hertha Berlino con un risultato di 5-2.

Una foto di Otto Harder.
Un’immagine della finale Norimberga-Amburgo del 1923-24.

L’Amburgo in Gauliga e in Oberliga

Siamo nel 1933, e la Germania è sotto il controllo nazista, nasce così la Gauliga, la massima serie del campionato tedesco di calcio, che si disputò tra il 1933 e il 1945 nelle Gau, le divisioni amministrative della Germania nazista. Fu un periodo di scarso successo per l’Amburgo, in cui il massimo risultato fu una semifinale nazionale nelle stagioni 1937-38 e 1938-39. Nonostante ciò, il club ottenne comunque successi a livello locale, conquistando la Gauliga Nordmark nel 1937,nel 1938, nel 1939 e nel 1941. Inoltre gli anseatici vinsero la Gauliga Hamburg nel 1945, questa competizione fu frutto di un ulteriore frazionamento a livello regionale. Nel dopoguerra la Germania venne divisa in Germania Ovest e Germania Est, e la città di Amburgo divenne parte della Germania Ovest, dove il campionato venne riorganizzato. L’Amburgo venne inserito nell’Oberliga Nord (competizione che si disputò dal 1947 al 1963), campionato di cui gli Urgestein hanno vinto tutte le edizioni, eccetto quella del 1949 e del 1954. Nel 1953 ci furono due avvenimenti importanti per l’Amburgo: il primo è che si iniziò a giocare al Volksparkstadion; il secondo è l’esordio di Uwe Seeler, considerato uno dei migliori centravanti di tutti i tempi. Nel 1955-56, l’Amburgo raggiunse per la prima volta la finale di DFB-Pokal, ma venne sconfitto dal Karlsruher. Nelle due stagioni successive, invece, la squadra raggiunse due finali di campionato nazionale, in cui, in entrambe le volte arrivò una sconfitta: la prima volta con il Borussia Dortmund e la seconda con lo Schalke 04. Nella stagione 1959-60, gli anseatici tornano a vincere il campionato nazionale, battendo il Colonia 3-2. Nella stagione successiva, arrivano in semifinale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, in cui i blaugrana poterono cantare vittoria solo al terzo incontro. Nel 1963 arrivò ad Amburgo la prima DFB-Pokal, dopo una grande vittoria per 3-0 contro il Borussia Dortmund.

Uwe Seeler nel 1968.

L’inizio della storia in Bundesliga

L’Amburgo, avendo vinto la Coppa di Germania, partecipò così alla Coppa delle Coppe 1963-64, dove viene eliminato ai quarti dopo aver sconfitto il Barcellona nel turno precedente. Ma facciamo un piccolo passo indietro: a inizio stagione era cambiata la formula del massimo campionato tedesco, infatti da quella stagione, tutte le migliori squadre della Germania avrebbero giocato insieme in un unico girone, la Bundesliga. E i successi in Oberliga Nord furono sufficienti per ottenere un posto nella nuova massima competizione tedesca. Alla prima stagione, gli anseatici arrivano al 6° posto, ma nelle stagioni successive non ottengono grandi risultati, arrivando più volte nella parte destra della classifica. Nonostante i risultati non eccezionali in campionato, i Rothosen riescono a raggiungere la finale di DFB-Pokal nel 1967, l’avversario è il Bayern Monaco, che sconfigge 4-0 gli anseatici. L’Amburgo però, partecipa lo stesso alla Coppa delle Coppe 1967-68, perchè i bavaresi avevano vinto l’edizione precedente, e quindi erano qualificati di diritto, così la squadra del nord della Germania, in qualità di vice-campione della DFB-Pokal, partecipò a quell’edizione della Coppa delle Coppe. Gli Urgestein arrivano in finale contro il Milan di Nereo Rocco, che in quella finale del 23 maggio 1968 a Rotterdam, riesce a sconfiggere i tedeschi per 2-0. La squadra del Volksparkstadion, inizia ad ottenere buoni risultati in Bundesliga a partire dalla stagione seguente, fino a conquistare il quinto posto nel 1970-71, un piazzamento che gli permette di partecipare alla prima edizione della Coppa UEFA, dove però viene eliminata al primo turno. Alla fine della stagione 1971-72, ci fu il ritiro di Uwe Seeler, che lascia il calcio giocato, dopo aver militato diciannove anni nell’Amburgo, segnando 304 reti in 476 presenze in campionato. Seeler, inoltre, è stato più volte eletto calciatore tedesco dell’anno.

Un’immagine della finale di Coppa delle Coppe del 1968 contro il Milan.

Gli anni d’oro

Dopo aver vinto la Ligapokal (la prima edizione della Coppa di Lega tedesca), nel 1973 l’Amburgo ingaggia Kuno Klötzer come allenatore. Alla prima stagione con il nuovo tecnico, gli anseatici non brillano in Bundesliga, ma arrivano in semifinale di DFB-Pokal, dove vengono battutti dall’Eintracht Francoforte. Questo traguardo, però, garantisce ai Rothosen la partecipazione alla Coppa UEFA 1974-75, competizione nella quale l’Amburgo esce ai quarti di finale per mano della Juventus; in campionato, invece, gli Urgestein raggiungono il quarto posto. La stagione seguente, l’Amburgo arriva in semifinale di Coppa UEFA, uscendo sconfitto dal Bruges, mentre in Germania, arriva secondo in Bundesliga e vince la DFB-Pokal, battendo il Kaiserslautern in finale. Dunque, la squadra del nord della Germania partecipa alla Coppa delle Coppe 1976-77, dove arriva in finale con un percorso abbastanza lineare, riscontrando qualche difficoltà solo in semifinale contro l’Atletico Madrid. La finale contro l’Anderlecht campione in carica, vede i belgi favoriti, ma i tedeschi superano 2-0 i campioni in carica, con le reti di Georg Volkert, su calcio di rigore, e di Felix Magath. Nella stagione successiva si registra l’importante acquisto di Kevin Keegan, il quale ha conquistato la Coppa dei Campioni l’anno prima con il Liverpool. Quindi in Supercoppa UEFA si ha lo scontro tra Reds e Rothosen, che vede gli inglesi vincere nettamente nel doppio confronto. Per la stagione 1978-79 viene ingaggiato l’allenatore Branko Zebec, e in campionato l’Amburgo conquista la sua prima Bundesliga in una lotta fino all’ultimo con il Kaiserslautern, che gli permette di partecipare così alla Coppa dei Campioni del 1979-80, dove la squadra di Zebec arriva in finale, sconfiggendo il Real Madrid in semifinale. Nell’ultimo atto, gli anseatici si trovano di fronte i campioni in carica del Nottingham Forest, e non riescono a superare gli inglesi, i quali vincono 1-0 grazie al gol di John Neilson Robertson, segnato nel primo tempo dopo diciannove minuti di gioco. Nel 1980 l’Amburgo acquista Franz Beckenbauer, giocatore di fama mondiale, ma ormai giunto a fine carriera. Inoltre, Zebec lascia la panchina a dicembre, ma gli Urgestein arrivano comunque secondi in Bundesliga. Nel 1981 l’Amburgo ingaggia Ernst Happel, allenatore dal passato importante, e aggiunge alla propria bacheca il quinto titolo di Bundesliga della sua storia; per di più gli anseatici raggiungono anche la finale di Coppa UEFA, dove però nel doppio confronto vengono battuti nettamente dall’IFK Göteborg. Ma le gioie arrivano l’anno seguente in Coppa dei Campioni: i Rothosen eliminano la Dinamo Berlino ai sedicesimi, pareggiando 1-1 all’andata e vincendo 2-0 al ritorno, qualificandosi così agli ottavi, dove incontrano l’Olympiakos, che viene spazzata via dai tedeschi per un totale di 5-0 (1-0 all’andata e 4-0 al ritorno). Ai quarti di finale, gli Urgestein si trovano di fronte la temibile Dinamo Kiev di Oleg Blochin e la eliminano, soprattutto grazie alla tripletta di Lars Bastrup in trasferta. In semifinale c’è la Real Sociedad: all’andata finisce 1-1, e il risultato sembra essere questo anche alla fine del secondo atto, ma a pochi minuti dalla fine, un gol di Thomas Von Heesen condanna gli spagnoli all’eliminazione dalla Coppa dei Campioni. Mercoledì 25 maggio 1983 ad Atene, l’Amburgo è chiamato compiere l’impresa contro la Juventus di Giovanni Trapattoni, sulla carta favorita, ma i pronostici non rispecchiano quello che poi succede quel mercoledì di maggio nella capitale greca, infatti gli anseatici passano in vantaggio dopo soli otto minuti di gioco, grazie a Felix Magath, che corre verso la porta di Zoff, e dopo aver visto il portiere della Juve fuori dai pali, lo batte con un pallonetto. Il risultato resta invariato fino alla fine del match, e i tedeschi sono campioni d’Europa. In Bundesliga, la squadra del nord della Germania arriva prima a pari punti con i rivali del Werder Brema, e, avendo una differenza reti migliore, a conquistare il titolo è la squadra di Happel. Nella stagione 1983-84, l’Amburgo partecipa alla Supercoppa UEFA, dove viene battuto dall’Aberdeen di Sir. Alex Ferguson, e alla Coppa Intercontinentale, competizione nella quale i Rothosen vengono eliminati dal Gremio. Sempre in questa stagione, all’ultima giornata di Bundesliga, gli anseatici battono lo Stoccarda, agganciandolo in testa alla classifica, ma questa volta non finisce come l’anno prima, e gli Urgestein sono costretti ad accontentarsi del secondo posto. Nel 1986-87, il piazzamento in campionato è lo stesso, ma le gioie arrivano dalla DFB-Pokal, infatti Happel, nella sua ultima stagione al Volksparkstadion, porta ad Amburgo la terza coppa di Lega della storia del club, sconfiggendo lo Stuttgarter Kickers in finale.

Keegan con la maglia dell’Amburgo.
I giocatori dell’Amburgo in festa dopo la conquista della Coppa dei Campioni 1982-83.

Dagli anni ’90 ai primi anni 2000

Dopo la vittoria in Coppa dei Campioni nel 1983, l’Amburgo inizia ad entrare in un periodo non roseo come quello di cui abbiamo parlato in precedenza, ma neanche buio. Lo possiamo descrivere come un periodo travagliato, in cui gli anseatici non sono molto costanti e in termini di prestazioni sportive, i successi non sono straordinari. Nel 1989-90 i Rothosen partecipano alla Coppa UEFA, e ai quarti di finale vengono eliminati dalla Juventus, che si prende così la sua “rivincita” di quella sconfitta in finale di Coppa dei Campioni del 1983. Allo stesso tempo, il club tedesco inizia a manifestare problemi di natura economica, ai quali la soluzione si trova con la cessione di Thomas Doll alla Lazio nel 1991. La squadra, però, avverte un calo di rendimento anche sul campo, piazzandosi costantemente nella parte destra della gradutoria. Ma nell’ottobre del 1995, Uwe Seeler, storica bandiera del club del nord della Germania, diventa presidente e Magath viene ingaggiato come allenatore, e una crescita c’è, perche gli Urgestein tornano a qualificarsi in Coppa UEFA, competizione che non vedevano da quattro anni, ma l’anno successivo si trovano a lottare per non retrocedere. Nel 1997 Frank Pagelsdorf prende la guida della squadra, e con la retrocessione del Colonia nel campionato del 1997-98, l’Amburgo diventa l’unica squadra tedesca ad aver partecipato a tutte le edizioni della Bundesliga. Nel 1999-2000, gli anseatici arrivano terzi in campionato, un piazzamento che gli garantisce la loro prima partecipazione alla Champions League. I tedeschi giocano la prima partita del girone contro la Juventus, l’incontro termina 4-4, ed è particolare il gol del 3-3 dei padroni di casa, che viene segnato su calcio di rigore dal portiere Hans-Jörg Butt. I Rothosen vincono solo una volta nella competizione: proprio contro i bianconeri a Torino, e la compagine tedesca, grazie alla miglior classifica avulsa, prosegue il suo cammino in Europa, scendendo però in Coppa UEFA, dove i tedeschi vengono immediatamente eliminati dalla Roma; in campionato, invece, gli Urgestein ottengono un anonimo tredicesimo posto. Nel 2003 l’Amburgo torna ad alzare un trofeo: la DFB-Ligapokal, che arriva nel nord della Germania grazie ad una vittoria per 4-2 contro il Borussia Dortmund. Nella stagione 2004-05, i Rothosen sono vittima di una truffa nel primo turno di DFB-Pokal: la squadra di Thomas Doll (all’epoca allenatore degli Urgestein) perde 4-2, ma il risultato è stato pilotato, con la complicità dell’arbitro Robert Hoyzer, ai danni degli anseatici, che dunque lasciano la competizione con amarezza, ma soprattutto rabbia. Successivamente, il direttore di gara di Amburgo-Paderborn verrà arrestato e radiato. La stagione 2005-06 inizia con la vittoria della Coppa Intertoto, e si conclude con il terzo posto nella classifica finale in Bundesliga, che permette così alla squadra di Doll di giocare la Champions League dell’anno prossimo, in cui gli anseatici conducono un cammino deludente, arrivando ultimi nel girone e uscendo subito dalla competizione. In campionato, invece, dopo 18 giornate, i Rothosen sono ultimi in classifica, e la società decide di esonerare Doll, che viene sostituito da Huub Stevens, che porta la squadra del nord del Germania al settimo posto finale. Nel giro di due stagioni 2008-09 e 2009-10, il club cambia ben tre allenatori, ma la squadra centra comunque la semifinale di Coppa UEFA nel 2009, uscendo con i connazionali e rivali del Werder Brema, e la semifinale di Europa League nel 2010, dove l’Amburgo esce per mano del Fulham.

Il declino

Nella stagione 2010-11, gli Urgestein iniziano a calare e arrivano ottavi in classifica; l’anno seguente rischiano e non poco, infatti alla fine del campionato la posizione da loro occupata è la quindicesima. Mentre nel 2013 gli anseatici alzano il livello rispetto all’anno precedente e si piazzano al settimo posto in classifica. Un piazzamento che sembra ridare fiducia alla squadra in vista dei prossimi anni, ma nelle due stagioni successive l’Amburgo si piazza sedicesimo, dunque non si salva direttamente, ma passa dallo spareggio promozione-retrocessione, in cui deve affrontare la terza classificata della Zweite Bundesliga. Nello spareggio dell’annata 2013-14, i Rothosen affrontano il Greuther Fürth, e nel doppio confronto sono due i pareggi registrati, ma in virtù della regola dei gol in trasferta (l’Amburgo pareggia 0-0 in casa e 1-1 in trasferta), gli anseatici si salvano, dando così seguito al record che già avevano fatto registrare, ma che volevano comunque portare avanti; nella stagione successiva, invece, la squadra più longeva della Bundesliga, rischia di nuovo la retrocessione, ma pareggiando 1-1 in casa, e vincendo 1-2 in trasferta ai tempi supplementari, si assicura per un’altra volta la permanenza nel massimo campionato tedesco per almeno un altro anno. La Bundesliga 2015-16 vede l’Amburgo piazzarsi intorno alla metà della classifica, al decimo posto, quindi la compagine del nord della Germania ottiene una salvezza tranquilla, ma non è così la stagione seguente: gli Urgestein si salvano, ma lo fanno soltanto all’ultima giornata, e nella graduatoria finale la posizione da loro occupata è il quattordicesimo posto. Siamo giunti alla stagione 2017-18: l’Amburgo ha già trascorso più di cento anni di storia, e da quando esiste la Bundesliga, ci ha sempre partecipato, vincendola in alcune occasioni, salvandosi per il rotto della cuffia in altre, e arrivando a volte a giocarsi la vittoria del titolo all’ultima giornata, ma vedendoselo sfumare solo per un differenza reti peggiore rispetto all’altra contendente. Questa stagione parte con il piede giusto per i Rothosen, che iniziano subito con due vittorie dopo le prime due giornate, ma da qui alla fine, i punti da loro raccolti sono pochissimi, infatti all’undicesima giornata, si trovano a quota 10 punti. Alla 34° giornata, l’ultima della Bundesliga, l’Amburgo si trova diciassettesimo in classifica con 28 punti, appena sopra si trova il Wolfsburg con 30 punti, mentre al quindicesimo posto, che garantisce la salvezza diretta c’è il Friburgo, che ha collezionato 33 punti. Gli Urgestein non hanno la possibilità di raggiungere questo piazzamento, che vorrebbe dire salvezza diretta; ma possono comunque tentare di salvarsi passando dallo spareggio promozione-retrocessione, come già era successo anni prima. In caso di una loro vittoria contro il Borussia Monchengladbach, e di una sconfitta del Wolfsburg contro il Colonia già retrocesso, gli anseatici avrebbero ancora un’altra possibilità. Ma la vittoria del Wolfsburg sancisce la retrocessione dell’Amburgo. Fino al 12 maggio 2018 (data della retrocessione) l’Amburgo è stato l’unico membro fondatore della Bundesliga a giocare ogni singola stagione nella massima divisione del calcio tedesco. Questo è di sicuro il punto più drammatico della storia del club, per i tifosi soprattutto, che hanno visto sempre la loro squadra giocare nell’élite del calcio tedesco, e ora sono costretti a vivere un momento che non avrebbero mai voluto passare, anche se forse era nell’aria una retrocessione, visto che la squadra del nord della Germania da qualche anno rischiava sempre di cadere, per salvarsi poi alla fine. L’Amburgo, avendo trascorso 54 anni nell’attuale massimo campionato tedesco (da quando è nato al 2018) è la squadra più longeva della Bundesliga.

Gli anni post retrocessione

La stagione 2018-19, per l’Amburgo, è la prima in Zweite Bundesliga, e dopo un avvio poco esaltante, in cui sono da segnalare le sconfitte casalinghe per 3-0 contro Holstein Kiel alla prima giornata e per 5-0 contro il Jahn Ratisbona alla sesta, i Rothosen risalgono la china, fino a raggiungere il primo posto in solitaria, ma un pessimo finale di stagione, in cui siglano una striscia negativa di otto partite consecutive senza vincere, li fa scivolare al quarto posto; in Coppa di Germania, invece, l’HSV raggiunge le semifinali, ma esce con il Lipisia perdendo 3-1. Anche nelle due stagioni successive, gli anseatici si piazzano al quarto posto, ma è nell’annata 2021-22 che sfiorano la promozione in Bundesliga: arrivano terzi in classifica e possono ritornare nella massima serie in caso di vittoria nel doppio confronto dello spareggio promozione-retrocessione contro l’Hertha Berlino. Nonostante la vittoria per 1-0 in trasferta all’andata, il ritorno finisce 2-0 per la squadra della capitale tedesca, e gli Urgestein sono condannati a passare un altro anno in seconda divisione. Nella stessa stagione, arrivano in semifinale di DFB-Pokal, ma perdono ancora 3-1 (come nel 2019), questa volta contro il Friburgo. Nella stagione 2022-2023 l’Amburgo fa registrare la media di spettatori più alta di tutti i club di seconda divisione in Europa. Ma purtroppo, il finale di stagione è più amaro di quanto ci si possa aspettare: all’ultima giornata Amburgo ed Heidenheim si giocano il secondo posto (dietro il Darmstadt già promosso), che vuole dire promozione diretta. I Rothosen sono obbligati a vincere, ma allo stesso tempo devono sperare che l’Heidenheim non vinca fuori casa contro il Jahn Ratisbona. L’HSV gioca in casa del Sandhausen già retrocesso, dopo tre minuti segna e chiude la pratica. La partita finisce 0-1. Intanto il Jahn Ratisbona vince 2-1 e siamo al 90′, in questo momento l’Amburgo è promosso in Bundesliga. Ma tre minuti dopo l’Heidenheim pareggia su calcio di rigore, e agli anseatici va bene questo risultato, visto che si troverebbero comunque in seconda posizione; ma al 99′ l’Heidenheim va in vantaggio e manda l’Amburgo allo spareggio. Un incubo, dal paradiso all’inferno in pochi minuti, a causa di due gol segnati nei minuti di recupero. A questo punto bisogna provare a battere lo Stoccarda allo spareggio per guadagnarsi questa maledetta Bundesliga, la competizione che è stato l’habitat naturale degli Urgestein per decenni, adesso sembra essere qualcosa di irraggiungibile. E all’andata a Stoccarda tutto va per il verso sbagliato: i padroni di casa passano subito in vantaggio, al 27′ sbagliano anche un rigore, ma al 10′ della ripresa, siamo già 3-0. Gli anseatici vanno a caccia dell’impresa in casa loro, al Volksparkstadion, e dopo sei giri di orologio, sono in vantaggio 1-0, ma il risultato a fine match è di 1-3 per gli ospiti. L’Amburgo trascorrerà la stagione 2023-24 in Zweite Bundesliga, andando di nuovo a caccia della promozione.

L’orologio del Volksparkstadion

Il Volksparkstadion è la casa dell’Amburgo, ed è lo stadio in cui gli anseatici giocano dal 2000. Può ospitare circa 57.000 spettatori ed è stato luogo della finale di Europa League del 2010, e di cinque incontri della Coppa del Mondo 2006. I Rothosen prima giocavano in un impianto con il medesimo nome: edificato nel 1953, ha ospitato alcune gare del campionato del mondo 1974 e dell’Europeo del 1988. Fu abbattutto nel 1998 per far posto a quello che conosciamo noi oggi, che è stato costruitto ruotato di novanta gradi rispetto al vecchio.

Prima abbiamo detto che l’Amburgo è la squadra più longeva della Bundesliga, quella che fra tutte le altre che vi hanno partecipato, ha passato più anni di fila nella massima divisione del calcio tedesco. Ha ottenuto questo primato nel 1998, in seguito alla retrocessione del Colonia, e il record fatto registrare nel 2018 è di 54 anni trascorsi a combattere per la conquista del Meisterschale, l’ambito piatto d’argento consegnato alla compagine vincitrice del torneo. Anzi, se vogliamo essere precisi, 54 anni, 261 giorni, 0 ore, 36 minuti e 2 secondi, come dice l’orologio del Volksparkstadion. Ebbene sì, all’interno dello stadio, nel 2003 è stato installato il Bundesliga Uhr, un orologio digitale che contava il tempo che l’Amburgo trascorreva nella massima serie del calcio tedesco, come vanto per la gloriosa storia della società. Questo orologio è andato a più riprese vicino allo stop definitivo, che però è arrivato quel maledetto 12 maggio 2018.

Il momento dello stop dell’orologio.

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